D'altronde, l'isteria è possibile solo con un pubblico. [...] Vai a com'era la vita quando eri una bambina e potevi mangiare solo omogeneizzati. Cammini vacillando fino al tavolino da caffè. Sei sui tuoi piedi e devi barcollare su quelle gambe a salsicciotto oppure cadere giù. Poi arrivi al tavolo da caffè e sbatti la tua testolina soffice contro lo spigolo. Sei per terra, e cavolo, o cavolo, fa male. Però non c'è niente di tragico fino a che non accorrono Mamma e Papà. O povera coraggiosa piccolina. È solo allora che piangi.
I tuoi genitori sono come Dio perché tu vuoi sapere che sono là e vuoi che loro approvino la tua vita, eppure li chiami solo quando sei in crisi e hai bisogno di qualcosa.
Ti sto dando la mia vita, la mia patente, le mie vecchie pagelle, perché mi assomigli più di quanto io non ricordi di essermi assomigliata. Perché sono stufa di odiarmi e di compiacermi e di raccontarmi vecchie storie che non sono mai state vere. Sono stufa di essere sempre io, io, io per prima.
"Quando capisci" dice Brandy "che quella che racconti è solo una storia. Che non sta più succedendo. Quando realizzi che la storia che stai raccontando sono solo parole, quando puoi sbriciolarla e gettare il tuo passato nel secchio dell'immondizia" dice Brandy, "allora riusciremo a capire chi sarai."