Scritta da: Maria Elena Caprara
Sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata.
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Sono giunto a quell'età in cui la vita è, per ogni uomo, una sconfitta accettata.
La nostra arte (greca) ha preferito attenersi all'uomo.
Noi soli abbiamo saputo mostrare in un corpo immobile la forza e l'agilità che esso cela; noi soli abbiamo fatto di una fronte levigata l'equivalente di un pensiero: la foresta si racchiude tutta nell'immagine di un centauro; mai la tempesta soffia più impetuosa che nel velo gonfio di una dea marina.
Non ho mai compreso come si possa essere sazi di un essere umano.
La molteplicità delle conquiste contrasta con l'enumerare esattamente le ricchezze che ogni nuovo amore ci reca; di osservarlo mentre si trasforma, fors'anche mentre invecchia.
Quando prendo in esame la mia vita, mi spaventa di trovarla informe. L'esistenza degli eroi, quella che ci raccontano, è semplice: va dritta al suo scopo come una freccia. E gli uomini, per lo più, si compiacciono di riassumere la propria esistenza in una formula - talvolta un'ostentazione, talvolta una lamentela, quasi sempre una recriminazione; la memoria compiacente compone loro una esistenza chiara e spiegabile. La mia vita ha contorni meno netti: come spesso accade, la definisce con maggior esattezza proprio quello che non sono stato: buon soldato, non grande uomo di guerra; amatore d'arte, non artista come credette d'essere Nerone alla sua morte; capace di delitti, ma non carico di delitti [...] Si direbbe che il quadro dei miei giorni come le regioni di montagna, si componga di materiali diversi agglomerati alla rinfusa. Vi ravviso la mia natura, già di per se stessa composita, formata in parti uguali di cultura e d'istinto. Affiorano qua e là i graniti dell'inevitabile; dappertutto, le frane del caso [...] In questa difformità, in questo disordine, percepisco la presenza di un individuo, ma si direbbe che sia stata sempre la forza delle circostanze a tracciarne il profilo; e le sue fortezze si confondono come quelle di un'immagine che si riflette nell'acqua.
Il bene e il male sono questione di abitudine, il temporaneo si prolunga, le cose esterne penetrano all'interno e la maschera, a lungo andare, diventa il volto.
Così, con un gesto devoto, bere l'acqua nel cavo delle mani o direttamente alla sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra e la pioggia del cielo.
I grandi uomini emergono proprio in virtù di un atteggiamento estremo e il loro eroismo consiste nel mantenervisi per tutta la vita.
Aver ragione troppo presto equivale ad avere torto.
I miei rimorsi a poco a poco sono diventati anch'essi un aspetto amaro di possesso, un modo di assicurarmi di essere stato fino alla fine lo sventurato padrone del mio destino.
L'orrore risiede non tanto in quel che viene mostrato ma in quel che si nasconde.