Scritta da: Emanuele Marcuccio
Il dolore è come il mare, nel suo indistinto ondeggiare e rifluire incessante.
Composta venerdì 30 novembre 1990
dal libro "Pensieri minimi e massime" di Emanuele Marcuccio
Il dolore è come il mare, nel suo indistinto ondeggiare e rifluire incessante.
Ognuno, per sua stessa natura, è viandante, alla continua ricerca del proprio sé, alla continua ricerca della felicità ma, solo dei lampi fuggevoli, solo uno stormir di fronde ci sono concessi e questi attimi di felicità si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli anni.
Parafrasando Shakespeare, siamo fatti della materia di cui sono fatte le stelle: principalmente di atomi di carbonio e di carbonio sono fatti i diamanti. Immensa come le stelle è la vita, preziosa più dei diamanti.
Il cuore, in apparenza semplice, nasconde un profondo abisso che solo Dio conosce, che spira a noi il vento della poesia donandoci solo dei barlumi, dei lampi fuggevoli di questo profondo abisso.
Solo al momento della morte, questo nostro orologio sconnesso della vita darà l'ora esatta.
Penso che la musica sia la forma di espressione umana più alta e superiore a tutte le arti, anche alla poesia. Grazie alla musica, nella sua grandezza e profondità, possiamo arrivare persino a intuire l’universo.
Spesso il poeta raccoglie sogni che altri hanno disperso e, cerca
di far rivivere quei sogni emozionando.