Marty
"Guardate, bambini, lo strano animale del pianeta Marte.
Se ne sta in gabbia tutto solo e triste.
Mangia polvere rossa, e fa uova strane che sembrano punti interrogativi.
E' un animale, non ha cervello.
Ma è onesto: ammette di non capire niente.
E' docile e simpatico: si chiama Marty.
Ragazzi, ricordate: l'uomo si distingue dalle bestie perché ha la luce dell'intelligenza.
Perciò andate fieri della vostra dignità di esseri umani".
Fu allora che l'essere strano, facendo la pipì, scrisse sulla sabbia la formula antica dell'immortalità.
Ma tutti erano troppo fieri di sé. E nessuno comprese di aver guardato in faccia Marty il sapiente, il mitico re dei marziani; colui che nessuno può guardare in viso senza arrossire della propria stupidità, purché sia tanto geniale da riuscire a capire di essere stupido.
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