Chi mi costrinse a ingoiare rane
e coccodrilli e tegami, bottiglie?
Avevano una voce e mi ci coricai
avida di carezze. Facevo le rincorse
sui davanzali e ingiuriavo l'alba
con congetture orribili. Il sogno
si arenava nel murmurare inquieto
delle ascelle sudate, nel rimario
analfabeta del vento, nell'orgasmo
dal sapore di calvario.
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