Così osservo il dolore del mondo
come una foglia secca trasportata dal fiume
della vita che sbocca
sul mare dell'indifferenza.
Così ci stacchiamo dalla quercia maestra
e come foglie ingiallite siamo risucchiati
dal vortice del dolore.
Impotenti al destino
seguiamo quell'ignoto corso
fatto di imprevisti
e dalle correnti veniamo sbattuti
in lungo e in largo inermi
ai fluttui
ai temporali del destino.
Perché se vivere è un dono
anche il soffrire fa vivere
ma inaccettabile alla ragione
non fatta di fede
ma di carne e dolore.
E osservo il mondo
nel suo infausto percorso
da tempo la domanda del suo perché
al dramma
ma inutile
non c'è nessuno che sappia
dare un senso a questa vita
senza senso.
Composta martedì 3 febbraio 2015
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