Cos'è che resterà di me su questa terra?
Cos'è che resterà di me su questa terra?
Altro non son che pallida luce che s'affieviolisce.
Altro non son che un papavero mutilato
dal suo primo Amor,
un ortensia che, Ahimè, non appassisce.
Cos'è che resterà di me?
Il mio volto, il mio principio, la mia scomparsa.
Mai si darà ascolto alle mie mute parole,
alle lacrime d'inchiostro, alla stanchezza,
al dolore, agli affanni che, maligna,
questa vita ha scaraventato nella mia anima.
Quanti macigni sul cuore,
Quante frecce al cuore,
Quante pugnalate nel cuore.
Nessuno mai saprà che tutto ciò che
un tempo mi rese felice, mi ha bruciato dentro.
Ho ustionate le pareti del cuore
che vergognoso si ritira,
malinconico di solitudine e di vita.
Pauroso di scherni e trappole,
trema ad una tenera carezza,
scappa alla nascita di un nuovo tepore,
folle diventa volente nolente.
Divento ora come un gracile Soffione che
esplode splendente nella tempesta bruna
e implode vita nella quiete morente.
Composta lunedì 2 maggio 2011
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