Vengo spesso a trovarti
Attraverso il tuo corpo
ma non lascio tracce,
lo attraverso quando lui ti stringe,
quando sei triste e piangi.
Quando ti siedi e leggi
resto accucciato sulle tue ginocchia,
tanto non ho peso.
Ti tengo stretta
anche se non mi senti,
sono niente.
Ti sto sul collo col mio fiato
che non esiste,
è filo d'aria dalla finestra.
Capita che per rabbia
graffi la tua pelle
ma non lascio segni.
Sento i tuoi sfoghi quando parli sola,
quando ti spogli godo del tuo corpo
e se lo fai per lui
godo dell'esser stato il primo.
Sfioro l'anello che ti misi al dito,
quando lo togli per far l'amore
e mi domando se è davvero amore
o solamente senso del dovere
verso il tuo corpo da appagare.
Forse potrei chiederlo al tuo cuore,
e lo farò in un momento migliore,
quando si sarà davvero
messo in pace
come diceva la tua voce
forte,
quando sbattei in faccia a te
e a me
tutte le cose
e tutte le porte
e me ne andai,
non come pensavi tu
a viver meglio chissà dove,
ma ad affrontare l'ultima delle prove
quella più dura
quella che si perde sempre,
quella che trasforma la vita fino a ieri in un passato
senza presente
senza più futuro
tre metri sotto terra o dentro un muro.
Composta lunedì 17 giugno 2013
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