I sorrisi del giorno rivestito a festa
Stanno distesi ai fili in mezzo agli altri
ad asciugarsi,
quelli di famiglia.
Ma si riconoscono fra i tanti.
Hanno sempre le stesse macchie.
Quelle che non se ne vanno.
Non vengono mai troppo puliti
i panni sporchi lavati in casa.
Non ci si sforza più di tanto
per far meglio.
Chi passa dà un'occhiata
e poi getta lo sguardo alla finestra sempre chiusa.
Se proprio vuole commentare scuote un po' la testa
e segue la sua strada.
Lei,
che da dentro vede tutto
dice a mezza voce che pensasse a casa sua.
E poi lo maledice.
Ma è consapevole che è inutile negare.
Lo sa per prima che volano sempre schiaffi fra le lavandaie,
mentre lo sporco da levare
sta fermo ad aspettare.
A parlare,
fumare,
bere e bestemmiare.
Ma è per buonsenso
o chissà
forse per resa
che alla fine il risultato resta sempre quello.
È meglio sputtanarsi fuori con chi passa
che farsi troppo male dentro
e fra le quattro mura
solo per cercare di lavare lo sporco incancrenito
che solo demolendo tutto forse si può far sparire.
Fra un po' sarà domenica
il giorno della tregua,
per non avvelenarsi pure il cibo
oltre che il sangue.
Andranno tutti a messa
coi vestiti tenuti solo per la festa,
quelli da non lavare mai.
Tirati fuori dal baule,
giusto per il tempo necessario.
E poi messi a riposo
per rivestirsi da battaglia,
fino al prossimo giorno da santificare.
Composta sabato 14 novembre 2015
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