Scritta da: Luca Englaro
Avere una grande cultura non significa essere intelligenti.

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    Scritta da: Luca Englaro
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    sabato 10 settembre 2011

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    Esatto, Giulio: è il frammento 40 di Eraclito, che io ho in questa traduzione: Il sapere molte cose non insegna a pensare in modo retto: altrimenti lo avrebbe insegnato a Esiodo, a Pitagora, e altresì a Senofane e a Ecateo. (I presocratici, frammenti Diels, Bompiani, 2006).
       Non si parla dunque nè di cultura nè di intelligenza.
       STAFF, le frasi di autori famosi dovrebbero essere assoggettate a controllo al fine di verificare che siano riportate in maniera assolutamente precisa, altrimenti si rischiano grossi equivoci, e anziché fare cultura si fa... caos e falso acculturamento, cioè crassa ignoranza.
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    ; ))))))))))))))))
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    Vicié, e io che sono???
    Mi hai maledetto..... : (
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    Solo ora leggo il commento di Vincenzo. Dunque il mio sospetto circa l'autenticità della frase era esatto. Sapere molte cose non è cultura: è, appunto, erudizione. Mi riservo comunque di esaminare i frammenti di Eraclito in Diels, per appurare con assoluta certezza la verità al riguardo, ed eventualmente farne segnalazione allo staff.
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    Ne deriva che ciò che differenzia il colto dall'erudito è l'USO SISTEMATICO delle cognizioni, e la circostanza che queste cognizioni costituiscono un COMPLESSO ORGANICO.
        Corollario: poiché sia quanto all'uso sistematico che quanto all'organicità delle cognizioni è indispensabile l'uso dell'intelligenza, e poiché è da presumere che Eraclito non fosse un idio*ta, la frase in esame non può riferirsi alla cultura, ma a un complesso di cognizioni collegate e usate senza sistematicità e organicità, cioè senza intelli*genza: il che è tipico della mera erudizione: somma di nozioni sconnesse tra loro, senza che intervenga l'opera di amalgama e di connessione che è fatto di originalità tipicamente soggettivo.
    In questo contesto, mi sembra ben rilevato che la connotazione primaria dell'individuo colto (e dunque della cultura) è l'atteggiamento di ricerca, di apertura alle idee altrui, e la disponibilità a mutare opinione ove risulti dimostrato che una cognizione antecedente fosse eventualmente errata.
        Insomma: l'opposto del CICAP, che da certe orecchie proprio non ci sente. (Scusate l'associazione di idee: se sapete cosa è il CICAP e come la penso io, avrete capito; se non lo sapete, rinvio il tutto alla prossima puntata).
        Sono, da ultimo, dubbioso circa la paternità della frase: Eraclito?? Mah..., mi documenterò e farò sapere.

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