Sinceramente penso che siete un po tutti fuori strada...accade a volte che nel silenzio si riescono a trovare risposte a domande, che mille altre risposte non hanno soddisfatto. Quando si raggiunge quella pace interiore in cui ti isoli dal mondo che ti circonda, sei connesso con qualcosa che è al di sopra del visibile e dell'udibile...è come se attingessi alla fonte del sapere universale. Naturalmente una cosa non esclude l'altra e probabilmente il silenzio veniva osservato per permettere ai discepoli di meditare sulle parole del maestro...per non rispondere o chiedere impulsivamente, ma solo dopo un attenta analisi.
Giuda non e' stato un maestro, e Giovanni e' stato fedele fino in fondo. a volte sono forze gia' predisposte a far si' che un maestro e un discepolo s'incontrino, e che ci sia amore reciproco, bene sopraognicosa,non tutti i discepoli adorano il proprio maestro, senza condizioni...un rapporto cosi' deve durare per sempre, a meno che il maestro sia un "falso profeta"il che e' da escludere a priori.
"Il rapporto fra maestro e discepolo unisce due individui che non condividono un legame di parentela o di amicizia, che sono apparentemente estranei, ma che scelgono però di condividere uno scopo nella vita. È una trasmissione vitale di arricchimento reciproco. Essere discepolo non significa annullare la propria individualità nel rapporto con il maestro, anzi, ricercando dentro di sé il senso di unità con lui, egli trova la sua identità ed esprime se stesso al meglio" da-maestro e discepolo nel Buddismo
Commenti