Conosci quella sensazione?
Le braccia deboli, gli occhi stanchi, lo stomaco pieno, le gambe tremolanti, la mente annebbiata dai pensieri e il cuore in frantumi.
Io la conosco bene. È la sensazione di chi, come me, non sa reagire.
Se sei incapace di reagire, tutti i pensieri negativi, tutti i torti subiti, tutte le opinioni represse, tutte le parole, si accumulano nel corpo. Lo distruggono a poco a poco, lasciandone solo una sagoma, priva di vita.
È quella sagoma che presento ogni giorno a chi mi incontra, a chi mi rivolge uno sguardo o una parola. Ma io non sono quella sagoma. Serve soltanto a coprirmi, ad impedire di mostrarmi nuda. Perché se mi mostrassi nuda, allora dovrei dire quanto mi sento sola e quanto mi abbiate lasciata sola. Io pronta ad esaudire i desideri, io pronta ad accontentarvi, io pronta a mettere da parte le mie ragioni per adeguarmi alle vostre. E lo so, non siete stati voi a chiedermelo. L'ho deciso io. Ho deciso io di comportarmi così, di diventare il burattino del mondo, il burattino nelle vostre mani. Ma siete stati voi a muoverle. Perché mentre io sono costantemente occupata a nascondermi dietro le quinte per regalarvi il palcoscenico, voi non fate nulla per inserirmi nella scena.
Non sono utile, non sono indispensabile, non sono importante. Lo spettacolo può continuare benissimo senza di me.
Dovrei uscire dal mio nascondiglio e mettermi a dirigere, modificando il copione in base alle mie regole, ai miei desideri, alle mie opinioni, alle mie idee!
Sono stanca di essere la bambola di pezza dalle labbra cucite e i bottoni al posto degli occhi. Non vedo, non parlo. È così che mi mostro.
Ma dietro quei bottoni, ci sono le mie pupille e dentro quelle labbra ci sono fiumi di parole che aspettano con ardore di essere pronunciate.
Se le facessi uscire cosa direbbero?
Tanto
Poco
Niente
Probabilmente rimarrei immobile. Le mie parole uscirebbero dalla loro prigione per rimanere sospese in aria. Non avrebbero forma e io non sarei in grado di raccoglierle e metterle in ordine.
Perché non sono abbastanza forte. Perché il mio cuore è di legno e la mia mente è di legno e le mie braccia e le mie gambe sono di legno. Perché ho imparato ad essere così, mi ci sono abituata a questa mia sagoma, a questa mia maschera.
E come si fa a cambiare rotta se per anni si ha percorso sempre e solo una stessa direzione?
Come si fa ad avere il coraggio di rischiare, di immettersi nella tempesta con la possibilità di essere travolti da quel vortice nero che è la paura?
Ma attenzione...
perché questa volta, c'è chi naviga accanto a me.
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