Scritta da: F_Jeena
in Frasi & Aforismi (Libri)
Uno non sa cosa sia la sete fin quando non beve per la prima volta.
dal libro "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafón
Uno non sa cosa sia la sete fin quando non beve per la prima volta.
Nei miei sogni di adolescente, lei e io saremmo sempre stati due amanti che fuggivano in sella a un libro, pronti a dileguarsi in un mondo immaginario fatto di illusioni di seconda mano.
Arrivò il momento in cui solo starle vicino mi causava una sorta di dolore fisico.
Ora che ti ho perso, so di aver perso tutto. Malgrado ciò, non posso permettere che tu scompaia dalla mia vita e mi dimentichi senza sapere che non ti serbo rancore, che fin dall'inizio sentivo che ti avrei perso e che tu non avresti mai visto in me quello che io vedevo in te.
Voglio che tu sappia che ti ho amato fin dal primo giorno e che continuo ad amarti, ora più che mai, anche se non voi sentirtelo dire.
Mentre ti scrivo, ti immagino su quel treno, con il tuo bagaglio di sogni e col cuore spezzato, in fuga da tutti noi e da te stesso. Sono tante le cose che non posso raccontarti, Juliàn.
Cose che entrambi ignoravamo e di cui è meglio che tu rimanga all'oscuro. Il mio desiderio più grande è che tu sia felice, Juliàn, che tutto ciò a cui aspiri diventi realtà e che, anche se mi dimenticherai, un giorno ti possa comprendere quanto ti ho amato.
Per sempre tua,
Penélope.
Si ama davvero una sola volta nella vita, Juliàn, anche se non ce ne rendiamo conto.
Aveva, come altre persone, l'abitudine di sorridere esageratamente quando voleva trattenere il pianto.
Gli uomini sono come le castagne che si vendono per strada: quando le compri, sono tutte calde e profumate, ma quando le togli dal cartoccio si raffreddano subito e ti rendi conto che la maggior parte è marcì.
- Non ho mai conosciuto un uomo come voi.
- Nessuno vi ha mai amata come vi amo io.
Perché c'era qualcosa, tra quei due, qualcosa che in verità doveva essere un segreto, o qualcosa di simile. Così era difficile capire ciò che si dicevano e come vivevano, e com'erano. Ci si sarebbe potuti sfarinare il cervello a cercar di dare un senso a certi loro gesti. E ci si poteva chiedere perché per anni e anni. L'unica cosa che spesso risultava evidente, anzi quasi sempre, e forse per sempre, l'unica cosa era che in quel che facevano e in quello che dicevano e in quello che erano c'era qualcosa - per così dire - di bello.
Non ci si capiva quasi niente, ma almeno quello lo si capiva.
Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.