Scritta da: Ammiratori Di Rita Bellacosa Fans
La fame è stata la mia maestra, la migliore.
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La fame è stata la mia maestra, la migliore.
Ho fame di tutto dove c'è vita.
Il successo è un bel vestito su un corpo che sanguina.
Non cederei al compromesso e non l'ho fatto. Epocali le mie scenate. Spacco tutto. E non mi pento.
Una musica scelta con malizia, tu con un abitino leggero nero corto ti muovi sinuosa su tacchi vertiginosi; sotto l'abito hai molto poco, un velo impalpabile di lingerie nera. Sul viso le luci di un sapiente maquillage; non c'è che dire, stasera hai superato te stessa: una grande star per un pubblico di un unico spettatore. Pregusti e continui nella tua strategia di guerra.
Ti specchi, ondeggi prima di qua, poi di là; è bello specchiarsi compiacendosi della propria beltà. Eh si, sei proprio bella. Te lo dicevano tutti al paese ma tu non ci credevi o forse fingevi indifferenza. Rispondevi a tutti: non mi curo della bellezza, non m'interessa.
...La sua bellezza esuberante e il suo sentire ingenuo agivano ognuno per conto proprio. Le pareva di essere una bambina inserita in un gioco di adulti, e che non le appartenesse. Ma il fisico prorompente urlava più forte della dolce ingenuità, recitava di una donna spregiudicata, opulenta, scandalosamente esuberante. Quanto forte era il contrasto tra quel corpo e il suo sentire. L'unica emozione fisica che conoscesse era quella strana tensione del ventre, palese denuncia di attrazione erotica, quando le piaceva qualcuno.
La mia sensualità? Un tenero sguardo che diventa mistero, un movimento degli occhi appena accennato, un leggero trasparire di un desiderio appena nato, tra le pieghe del letto ancora disfatto, come un tulipano che si apre lento.
La mia mente è la mia banca.
Faccio l'amore con gli occhi.
Il sesso è scomposto, selvaggio, illimitato.