Perché se è vero che tutto ha un inizio e una fine già scritta, è anche vero che sta a noi decidere le modalità con cui le cose devono finire; è il mio punto di arrivo. E come spesso accade, un punto di arrivo non determina solo la fine di qualcosa. Determina anche un nuovo inizio.
Credere. Disperatamente credere. Questo è il comune denominatore di chi è spaventato. Dalla vita, dalla morte, dagli individui, dai mostri del cuore. Credere disperatamente che tutto possa andar meglio, credere disperatamente che esista qualcuno in grado di alleviare le sofferenze, credere disperatamente che il domani possa essere migliore.
Ero sempre stato abituato a non dar troppo peso allo scorrere del tempo. Che peso avrei potuto dargli in fondo? Per me il concetto temporale, quella costante universale a cui tutti gli esseri comuni sono obbligati a sottostare, era estremamente soggettivo.
Se è vero che i poli opposti si attraggono inesorabilmente, allora è anche vero che il buio stesso non può fare altro che attirare a se la luce. E viceversa. Quindi più che vedere il buio come l'opposto della luce, io lo vedo come una faccia diversa della stessa medaglia.
Mente, corpo e anima. Ho imparato che la mente serve per pensare, per elaborare concetti, emozioni e ricordi. Ho imparato che il corpo serve a rendere quei concetti, quelle emozioni e quei ricordi reali. E ho imparato che l'anima rende possibile l'esistenza di mente e corpo.