Scritta da: Antonietta
Il Tabernacolo ci garantisce che Gesù ha piantato la sua tenda in mezzo a noi.
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Il Tabernacolo ci garantisce che Gesù ha piantato la sua tenda in mezzo a noi.
L'Amore è il fine ultimo della storia dell'umanità, l'amen dell'universo.
Il Signore non sta nel tabernacolo per sé, ma per noi, perché ama stare vicino ai figli degli uomini e sa pure che abbiamo bisogno della sua presenza.
L'uguaglianza è il più saldo legame dell'amore...
Amare deve essere naturale, come respirare.
Chi lavora con le mani è un operaio; chi lo fa pure con il cervello è un artigiano; chi vi aggiunge il cuore è un artista.
È in corso una guerra "che ha come bersaglio il Papa". Scatenata brutalmente dal laicismo, mira ad esiti devastanti: minare la Chiesa, la sua autorità morale, con essa la religione cristiana intera. Ma la disintegrazione della religione porterà, alla distruzione della ragione, con ricadute catastrofiche sul piano etico e politico: trionfo inarrestabile della cultura della morte; politicamente la fine dell'Europa, di cui il Cristianesimo è nei fatti della storia il solo comun denominatore. Togliamo pure di mezzo la Chiesa e il Papa e sarà il dilagare inarrestabile del peccato. Allora vedranno tutti laicisti e non che a pagarne le conseguenze sarà innanzitutto l'uomo, sommerso dalle barbarie, etica e politica, con la dannazione eterna, il peccato già di per sé abbondante non troverà nessun argine.
Dell'inferno se ne accorgerà al momento del giudizio divino. Allora, sarà troppo tardi!
La ricerca di beni materiali, alla quale siamo indotti in una cultura che ha idolatrato il possesso e il consumo, ci fa perdere di vista il vero bene e senza accorgercene, riduciamo Dio alla misura delle nostre esigenze. Gesù non vuole essere re, per il pane che dà alla folla ma per quello che il prodigio della moltiplicazione dei pani significa.
Ogni comunità vive tensioni e momenti difficili che trovano soluzione nella preghiera divenendo così fonte di crescita.
La mancanza del pane non è causata dai calcoli sbagliati di Dio, ma dalla cattiveria del cuore umano che non utilizza la propria capacità per organizzare meglio il lavoro della terra convertendo il cuore alla giustizia e non facendo coprire l'ingiustizia.