Frasi preferite da Barbara Battilana

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Scritta da: Marianna Mansueto
Lui è un uomo. E un'artista: ha il dovere di sapere che il grande scopo dell'essere umano è comprendere l'amore totale. L'amore non sta nell'altro ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. Ma perché ciò accada abbiamo bisogno dell'altro. L'universo ha senso solo quando abboiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni.
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    Anche se so di aver perduto per sempre la donna che amo, devo sforzarmi di vivere tutte le grazie che Dio mi ha concesso oggi. Le grazie non possono essere risparmiate. Non esiste una banca dove io posso depositarle, per utilizzarle quando sarò di nuovo in pace con me stesso. Se non userò queste benedizioni, le perderò irrimediabilmente.
    Dio sa che noi siamo gli artisti della vita. Un giorno, ci dà un mazzuolo per scolpire; un altro i pennelli e i colori per dipingere un quadro, oppure la carta e una penna per scrivere.
    Ma non potrò mai impiegare il mazzuolo per le tele, o il pennello per le sculture. Dunque, sebbene sia difficile, devo accettare le piccole benedizioni dell'oggi, che mi sembrano maledizioni, perché io sto soffrendo e la giornata è davvero splendida, con il sole che brilla e i bambini che cantano per la strada. Solo così riuscirò a uscire dal dolore e a ricostruire la mia vita.
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      Una mattina, un contadino bussò energicamente all'uscio di un convento e, quando il frate portinaio aprì, l'uomo gli porse un magnifico grappolo d'uva.
      "Caro frate portinaio, questa è l'uva più bella mai prodotta dal mio vigneto. E sono venuto qui per regalarvela".
      "Grazie! La consegnerò immediatamente all'Abate, che sarà felice di questa offerta".
      "No! Io l'ho portata per voi".
      "Per me? Io non merito un dono della natura così bello".
      "Ogni volta che ho bussato al portone, voi avete aperto. Quando ho avuto bisogno d'aiuto perché il raccolto era andato distrutto a causa della siccità, voi mi avete dato un pezzo di pane e un bicchiere di vino, tutti i giorni.
      Desidero che questo grappolo d'uva vi rechi un po' dell'amore del sole, della bellezza della pioggia e del miracolo di Dio".
      Il fratello portinaio posò il grappolo davanti a se e passò tutta la mattina ad ammirarlo: era veramente bello.
      Per questo, decise di consegnare il dono all'Abate, che lo aveva sempre incoraggiato con le sue sagge parole.
      L'abate fu assai contento di quel regalo, ma si ricordò che nel convento c'era un fratello malato, e pensò: "Gli darò questo grappolo d'uva. Chissà che non arrechi un po' di gioia nella sua vita".
      Ma quell'uva non rimase molto a lungo nella cella del frate ammalato perché questi si disse: "Il fratello cuoco si è preso cura di me, nutrendomi con i piatti migliori. Sono sicuro che quest'uva lo renderà molto felice".
      Quando all'ora di pranzo, il frate cuoco si presentò con il pasto, gli consegnò il grappolo.
      "È per voi! Poiché vivete in contatto con i prodotti che la natura ci offre, saprete cosa farne di quest'opera di Dio".
      Il frate cuoco rimase affascinato dalla bellezza del grappolo e fece notare al suo aiutante la perfezione degli acini. Erano talmente perfetti che nessuno avrebbe potuto apprezzarli meglio del frate sacrestano, il responsabile del Santissimo Sacramento, che molti nel monastero consideravano un sant'uomo.
      Il fratello sacrestano, a sua volta, donò l'uva al novizio più giovane, dimodoché questi potesse comprendere che l'opera di Dio risiede anche nei minimi dettagli della Creazione.
      Quando il novizio la ricevette, il suo cuore si riempì della Gloria del Signore, perché non aveva mai avuto un grappolo così bello. Ma, nel medesimo istante, si ricordò della prima volta, che era venuto al monastero e di chi aveva aperto l'uscio. Era stato quel gesto che gli aveva consentito ditrovarsi adesso in quella comunità di uomini che sapevano apprezzare i miracoli.
      Così poco prima del calare della sera, eglì portò il grappolo d'uva al fratello portinaio.
      "Mangiate e rallegratevi" disse. "Perché voi passate la maggior parte del tempo qui da solo, e quest'uva vi farà molto bene. "
      Il frate portinaio capì allora che quel regalo era veramente destinato a lui; assaporò ogni acino di quel grappolo e si addormentò felice. In questo modo, il circolo si chiuse: un circolo di felicità e gioia, che si estende sempre intorno a chi è in contatto con l'energia dell'amore.
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        Di recente ho scoperto una cosa: i veri amici sono quelli che ci stanno accanto quando accadono le cose belle. Essi si schierano dalla nostra parte, gioiscono per le nostre vittorie. I falsi amici sono quelli che compaiono soltanto nei momenti difficili, con una triste espressione di "solidarietà": in realtà, la nostra sofferenza serve a consolarli per le loro vite miserabili.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Tardi Ti amai,
          o bellezza tanto antica e così nuova,
          tardi io Ti amai.
          Ed ecco che Tu eri dentro ed io fuori e lì
          Ti cercavo, gettandomi, brutto,
          su queste cose belle fatte da Te.
          Tu eri con me,
          ma io non ero con Te:
          mi tenevano lontano le creature,
          che, se non fossero in Te, non sarebbero.
          Tu mi hai chiamato,
          hai gridato, hai vinta la mia sordità.
          Tu hai balenato, hai sfolgorato,
          hai dissipata la mia cecità.
          Tu hai sparso il tuo profumo,
          io l'ho respirato e ora anelo a Te.
          Ti ho gustato e ora ho fame e sete.
          Mi hai toccato e ardo dal desiderio della tua pace.
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