Scritta da: Basilio Elio Antoci
La civiltà giuridica vorrebbe tendere alla giustizia perfetta, ma in questa ricerca dell'eterea perfezione molte ingiustizie restano impunite.
Composta mercoledì 10 dicembre 2014
La civiltà giuridica vorrebbe tendere alla giustizia perfetta, ma in questa ricerca dell'eterea perfezione molte ingiustizie restano impunite.
Sulla carta sono garantiti i più sacri diritti mai concepiti. Di fatto, l'eccessivo garantismo pare garantire nient'altro che l'impunità di un sistema malfunzionante e corrotto.
È facile cedere alla lusinghiera tentazione di compiacersi delle proprie banalità. Spesso, il decoro e la saggezza, si nascondono dentro il silenzio.
Più che riforme legislative d'urgenza e mutamenti di rito, de iure condendo, servirebbe un rinnovamento di valori e di principi sociali e giuridici: sarebbe questo un autentico processo di riforma dell'azione Amministrativa. In questo modo lo Stato, da fondale minaccioso, assurgerebbe finalmente a sostrato fertile, colmo di humus giuridico, su cui far prosperare i propri consociati, in ossequio a quel Contratto Sociale senza il quale non ci sarebbe Diritto alcuno e che, troppo spesso, viene magramente onorato.
Chi ha paura della semplicità si nasconde nella retorica, nei luoghi lontani, in un concerto o in qualunque altra situazione algida ma che, essendo fuori dal comune, regali approvazione sociale. Illusione di apparire unici.
Parlare di "matrimonio gay" in riferimento al Diritto Naturale suona come una forzatura, quasi bigotta, poiché motivata semplicemente da una tradizione linguistica - e sociale - che non è in questo caso sorretta dalla conoscenza dei presupposti del "matrimonio". Ciò non significa che sia (o che debba essere) vietata l'unione omosessuale, ma che la definizione "matrimonio" le calzi stretta.
La volgarità dovrebbe essere un delitto.
La gente non legge e non scrive più: desidera solo che qualcun altro tiri fuori le frasi più interessanti dai libri e le appiccichi dentro un post. Tre righe al massimo, altrimenti si rischia l'emicrania. Fa figo condividere un motto arguto.
Può accadere che ci siano educatori religiosi i quali, pur animati dalle migliori intenzioni, propongano degli insegnamenti pseudo-cristiani attraverso la presentazione di belle Madonnine, o di Gesù Bambini ideali, o peggio di Rosari e preghiere recitate a memoria (senza fede né comprensione). Ciò che si vuole dunque evitare è il "plagio" degli allievi.
Il positivismo non vede oltre il presente, mentre il naturalismo si dedica all'eterno.