Scritta da: Kay
in Frasi & Aforismi (Libri)
Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone.
dal libro "Non ora, non qui" di Erri De Luca (Enrico De Luca)
Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone.
La prudenza cominciava da dove si poggiavano i piedi e proseguiva fin dove si posavano gli occhi. Era meglio non vedere tutte le cose della strada.
La creatura che mi passava davanti facendomi arrossire per la sua bellezza, aveva gli occhi pieni del suo mondo, non poteva vedermi. Io spalancavo i miei su di lei, sulle finestre che riflettevano il rosso della sera e mi facevo trasportare dalla felice vertigine del bambino che sogna di essere invisibile.
Voglio tentare di stare con te. Voglio credere che è possibile, anche se non per ora, anche da lontano. Ho bisogno di aspettare qualcuno che non somigli a nessuno e tu sei questo.
Non posso obbedirti, non faccio più in tempo. Sta per capitare proprio ora e in questo strano posto. "Non ora, non qui". Avevi ragione, molte delle cose che mi sono accadute furono errori di tempo e di luogo, cose da dire: non ora, non qui. Però a questo vetro d'autobus mi accorgo di essere in un'ora e in un posto a me riservato da tempo.
Intorno ferve il movimento. Le porte si sono aperte, la gente sale e scende da tutte le parti urtandosi. Mi tengo vicino al vetro, c'è trambusto, ma tu e io siamo fermi. Vengono il tempo e l'occasione, vengono quando due persone si fermano: allora si incontrano.
Se uno si muove sempre, impone un verso, una direzione al tempo. Ma se uno si ferma, si impunta come un asino in mezzo al sentiero, lasciandosi prendere da una distrazione, allora anche il tempo si ferma e non è più la soma chesagoma la schiena.
I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto. Dalla loro sommità si può scendere nelle braccia, nella spinta dei fianchi, ma è trascinamento. Solo i baci sono buoni come le guance del pesce. Noi due avevamo l'esca sulle labbra, abboccavamo insieme.
Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d'improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quella interrogazione, forse anche banale ma che in lui risuona come un annuncio, e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita.
Per me i giorni amati furono quelli dove l'impossibile rimase conservato nel cuore e non quelli che lo realizzarono.
Gli era capitato l'amore e di notte si abbracciavano forte. Non si impicciavano di amarsi mentre dormivo due metri più in là. Restare nel buio a sentire i colpi e i fiati commossi di due che si amanao, senza desiderio di avere il proprio turno, potevo pure, ma era più utile dar retta agli stantuffi del ciclostile anziché a quelli dell'amore altrui.
Più della libertà ho aspettato il minuto bollente in cui quattro labbra sospendono il respiro e si mischiano per gustare sé stesse attraverso altre due e si confondono per appartenersi.