Frasi preferite da ..Sweet_Cele..


Scritta da: Chantal85 Chantal
È difficile da descrivere. Non è un colpo di fulmine, davvero. È più... uno spostamento di gravità. Quando vedi lei, all'improvviso non è più la terra che ti tiene attaccata a sé. È lei. E niente conta più di lei. Sai che per lei faresti qualsiasi cosa, per lei saresti qualsiasi cosa... Diventi tutto ciò di cui ha bisogno, che sia un protettore, un amante, un amico, o un fratello.
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    Scritta da: Sarah Tarricone
    "Perché non mi fai compagnia oggi?" chiese lui, con un sorriso.
    [...] "Così è diverso", riuscii infine a sibilare.
    "Bè...". Fece una pausa, e poi riprese di slancio a parlare.
    "Ho pensato che se proprio devo andare all'inferno, tanto vale andarci in grande stile".
    [...]" Credo che i tuoi amici siano arrabbiati con me perché ti ho rapita."
    "Sopravviveranno".
    [...] "Non è detto che ti restituisca, però", disse lui, con una luce maliziosa negli occhi.
    [...] "... a cosa devo tutto questo?"
    "Te l'ho detto, sono stanco di sforzarmi di starti lontano. Perciò, ci rinuncio."
    "Rinunci?", ripetei io, confusa.
    "Si, rinuncio a sforzarmi di fare il bravo. D'ora in poi farò solo ciò che mi va e mi prenderò quel che viene." Il sorriso svanì e nella sua voce c'era una punta di durezza.
    "Mi sono persa un'altra volta."
    Riecco il sorriso sghembo mozzafiato.
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      Scritta da: Sarah Tarricone
      "Quante volte" chiesi disinvolta.
      "Come?" Sembrava l'avessi distolto da chissà quale catena di pensieri.
      Non mi voltai. "Quante volte sei venuto qui?".
      "Vengo a trovarti quasi tutte le notti".
      Mi voltai di scatto, stupita: "Perché?"
      "Sei interessante quando dormi". Lo diceva come se niente fosse. "Parli nel sonno".
      "No!" Sbottai, rossa di vergogna fino ai capelli.
      Era dispiaciuto, glielo leggevo negli occhi. "Sei tanto arrabbiata con me?"
      "Dipende!" Mi sentii come se qualcuno mi avesse rubato l'aria.
      Aspettò che chiarissi.
      "Da..." mi sollecitò dopo un po'.
      "Da quel che hai sentito!" Strillai.
      All'istante, in silenzio si materializzò al mio fianco e mi prese le mani con delicatezza.
      "Non essere così sconvolta" Si chinò su di me e da pochi centimetri di distanza mi fissò negli occhi.
      Ero imbarazzata, e cercai di distogliere lo sguardo.
      "Ti manca tua madre" sussurrò.
      "E che altro?"
      Sapeva dove volevo arrivare. "Hai pronunciato il mio nome" ammise.
      Sospirai, rassegnata: "Tante volte?"
      "Quante sarebbero precisamente - tante-?"
      "Oh, no!" Chinai la testa.
      "Non prendertela con te stessa" mi sussurrò in un orecchio. "Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno".
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        Scritta da: Sarah Tarricone
        A quel punto sentii la sua bocca sulla mia e mi arresi. E non perché fosse mille volte più forte di me. La mia volontà si sbriciolò nell'istante preciso del contatto. Il bacio non fu affatto prudente come quelli che ricordavo, ma andava benissimo così. Se proprio dovevo perdere un altro brandello di me stessa, meglio esagerare.
        Perciò restituii il bacio, mentre il cuore scandiva un ritmo spezzato e disordinato, il respiro si trasformava in affanno e le dita cercavano ingorde il suo viso. Sentivo il suo corpo marmoreo aderire al mio ed ero felice che non mi avesse ascoltata: non c'era dolore al mondo per cui valesse la pena di rinunciare a quell'istante. Le nostre mani riprendevano confidenza con il viso dell'altro e, nei brevi istanti in cui le labbra si separavano, lui sussurrava il mio nome...
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