Scritta da: dantino
Ribellarsi a Dio è degli Dei.
Composta giovedì 26 ottobre 2017
Ribellarsi a Dio è degli Dei.
Il peggior schiavo è colui che nasconde le proprie catene.
Siamo nascosti nei labirinti del pensiero che gli incubi chiamano errori. Siamo vivi di un dolore esistenziale, che ci uccide.
Disturba il mio pensiero, ogni frastuono ed ogni silenzio. Per quanto non faccia rumore, il mio pensare si muove ingombrante, nella comunità sociale degli assenti. Dio mortifica le miei ragioni ed il mio sentimento, ed io penso. Come unico sfogo ribelle, penso. Un pensiero ingombrante, asociale, un pensiero asciutto. Io ateo nel tutto, orfano anche del poco che basta o basterebbe, a pensare.
Mio padre mi trasmise il diritto al pianto, ed io ne faccio uso come un capolavoro dell'essenza.
I confini dell'amore sono infiniti.
La dignità è un panno candido, sul quale l'umanità piange lacrime infinite.
Tutto è possibile, nell'universo ipotetico dell'equivoco.
Vivo la naturale contraddizione umana: sono stanco di vivere e ho paura di morire.
Vivo di solitudine, nacqui solo quel giorno, è probabile, non ci fosse neppure mia madre.