Scritta da: Deny
in Frasi & Aforismi (Libri)
Che bisogno c'è degli incubi, se ci sei già dentro?
Composta giovedì 10 giugno 2010
dal libro "Everlost" di Neal Shusterman
Che bisogno c'è degli incubi, se ci sei già dentro?
Mio padre è stato ucciso dai profanatori. Mio cugino è fuggito. La mia fattoria è stata rasa al suolo. E la mia promessa sposa è stata rapita dal suo stesso padre, che ha ucciso Byrd e ci ha traditi tutti! Quimby divorato, il granaio del villaggio bruciato insieme alle case di Delwin e Fisk. Parr, Wyglif, Ged, Bardrick, Farold, Hale, Garner, Kelby, Melkolf, Albem ed Elmund: tutti morti. Molti di voi, come me, sono stati feriti e non sono più in grado di mantenere le proprie famiglie. Non bastava che dovessimo sgobbare ogni giorno della nostra vita per strappare un misero sostentamento dalla terra, soggetti ai capricci della natura? Non bastava che dovessimo pagare le tasse onerose di Galbatorix senza vederci adesso costretti a subire questi insensati tormenti?
La sofferenza di Damon stava diventando la sofferenza di Elena, mentre lei lo liberava da ogni evento doloroso, ogni tragedia, ogni crudeltà che nel tempo avevano formato i duri strati di indifferenza e insensibilità che imprigionavano il suo cuore.
Strati, duri come la roccia del nucleo di una stella nana, che si spezzavano e volavano via. Continuamente. [...] c'era qualcosa al centro, tuttavia: un nucleo più nero dell'inferno e più duro delle corna del diavolo...
- Perché ti ostini a cercare di aiutarmi?
- Io non ho chiesto il tuo aiuto.
- è per questo che te lo sto dando.
E alla fine raccoglierai i cocci di quella che è la tua intera esistenza.
Perché la vita non appare che come un sogno offuscato, che nel frattempo, non riuscendo ad afferrarlo e trattenerlo tra le mani, sfugge via.
Il destino lo crei tu, dicono. Eppure sembri predisposto a non riuscire ad uscire da questa deprimente realtà che opprime, mentre la mente è perduta nelle nostalgiche illusioni dei sogni.
Che la felicità non sia altro che un effimera chimera, impossibile da conservare?
E dunque se questa è la verità chiudi gli occhi e con la punta delle dita accarezza il bellissimo piumaggio sgargiante di questa chimera.
Camminerò col naso rivolto all'insù in cerca di una piuma che dolcemente cadrà.
La leggenda dice che gli specchi riflettono l'anima della persona che vi si guarda. Non poteva fare altro che stringerlo fra le braccia, ed Elena lo fece.
"Ti amo", gli sussurrò.
Era l'unico conforto che poteva dargli. Era tutto quel che avevano. Le sue braccia si strinsero intorno a lei, il viso affondato nei capelli "sei tu lo specchio", le sussurrò di rimando. [...]
"io sono lo specchio?", disse a quel punto, sollevando lo sguardo verso di lui.
"Tu hai rubato la mia anima" disse.
Si interessava a quel ragazzo perché la faceva sentire nervosa? Non un granché come ragione, si disse. Anzi, una pessima ragione.
Ma c'erano anche quelle labbra. Quella labbra scolpite che le facevano tremare le ginocchia per qualcosa di completamente diverso dal nervosismo. E quei capelli neri come la notte... Si sentiva pizzicare le dita per il desiderio di accarezzare quella morbidezza. Quel corpo agile, muscoloso, le gambe lunghe... e quella voce. Era la sua voce che l'aveva convinta il giorno prima, rendendola assolutamente determinata ad averlo. [...] Chissà se anche quella voce poteva diventare nera come la notte, e che suono avrebbe avuto nel pronunciare il suo nome, nel sussurrarlo...
Le buone intenzioni sono inutili tentativi di interferire con le leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità. Il risultato è il nulla assoluto. Ogni tanto ci procurano una di quelle sterili e voluttuose emozioni che hanno un certo fascino sulle persone deboli. Tutto qui. Non sono altro che assegni a vuoto.
Ci sono peccati il cui fascino sta più nel ricordarli che nel compierli: strani trionfi che gratificano l'orgoglio più della passione e danno all'intelletto un intenso senso di gioia, maggiore della gioia che offrono, o possono offrire, ai sensi.