Scritta da: Diego Rizzo
A rigore la filosofia è nostalgia, il desiderio di trovarsi dappertutto come a casa propria.
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A rigore la filosofia è nostalgia, il desiderio di trovarsi dappertutto come a casa propria.
È meglio diventare imbecilli che vivere una vita di paura.
Quando la coscienza non avverte niente di sbagliato, che c'è da sentirsi inquieti, che c'è da temere?
Per me l'organo genitale femminile è come Dio. Esiste ma non riesco mai a vederlo.
Errare è umano, pentirsi è divino, perseverare nel pentirsi è cattolico!
Quando bestemmio non voglio essere contraddetto.
Il cielo di città mi piace perché puzza di basso, di uomini. Il cielo di campagna invece mi fa paura. C'è solo roba del Signore, lassù: stelle, stelloni, nuvole al galoppo. E poi che mi mettevo a fare in campagna? A litigare con gli alberi? Quelli sono tranquilli, beati, ti fanno sentire uno sputo. La natura è tutta arrogante, è roba diretta del Signore, e giustamente un po' di strafottenza ce l'ha.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.
Non c'è destino che non si vinca con il disprezzo.
Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l'uomo di nuove prospettive. Se abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, allora non siamo una generazione vitale.