Scritta da: Domenico J. Esposito
in Frasi & Aforismi (Libri)
Leggere romanzi a lieto fine è peggio che ubriacarsi: ti illude di poter essere felice.
Commenta
Leggere romanzi a lieto fine è peggio che ubriacarsi: ti illude di poter essere felice.
Dicevate che sembro uno che dorme, ma il problema è che non immaginavate quello che sognavo.
Chiederei gentilmente ai lettori credenti di non offendersi quando i miei giovani protagonisti fanno critiche concernenti la religione, ma di rifletterci. Il mio intento non è assolutamente quello di influenzarvi, oh no! Lungi da me! Nonostante molti cristiani cerchino in tutti i modi di convertire gli atei, persino con
l'imposizione, io voglio soltanto smontare alcuni luoghi comuni
sugli atei che, troppo spesso ancora oggi, sono accusati d'insensibilità, d'ignoranza, quando in realtà, molto spesso, sono delle persone profonde, riflessive e colte.
D'ora in poi voglio essere chiamato anch'io eroe: non ho mai alzato le mani su agenti di polizia e carabinieri che mi hanno provocato.
Entrate nelle biblioteche ogni tanto, i libri non vi mangiano: siamo noi che mangiamo i libri.
Il successo non è solo quello che riguarda l'artista, quello sotto i riflettori; il successo può essere anche la realizzazione di semplici progetti, come uno studente che si laurea, un laureato in medicina che diventa medico, uno studente di giurisprudenza che diventa avvocato: anche questo è il successo.
Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.
Se un fabbro si ferisce con la spada che ha forgiato, non può dare la colpa alla spada.
Ci vorrebbero tutti uguali, con le stesse idee, con gli stessi vestiti, come ai tempi del fascismo, ci vorrebbero tutti obbedienti e remissivi, con le campanelle al collo come tante pecore di un solo gregge, ma io non ci sto! Io, finché avrò un cervello funzionante, lo userò per pensare a modo mio e non come lo impongono gli altri. In questo mondo infestato da falsi rivoluzionari, contenti di pagare le tasse, contenti di vivere in
una società borghese, in una falsa libertà chiamata democrazia,
di essere presi in giro dalla storia e dai mass media, contenti di
obbedire ai padroni, capaci soltanto di pubblicizzare i loro partiti
dei quali non riconoscono mai gli errori. Un mondo in cui i
pacifisti credono di risolvere i problemi con slogan e bandierine
e i teppisti spaccando vetrine e tirando pietre alla polizia; dove
combattere il sessismo vuol dire avvantaggiare le donne e criminalizzare gli uomini, ma in un mondo pieno di ingiustizie c'è
sempre qualcuno che è stanco di tutto questo. Qualcuno che
vorrebbe cambiare il mondo sul serio e molte volte questo qualcuno resta solo.
L'unico modo per stabilire se uno è rivoluzionario o terrorista è sapere se tu condividi la causa per cui combatte.