"Quindi saremmo come il sole e la luna" constatò dopo qualche secondo. Daniel le mise una mano sulle gambe. "Beh, sì. Sono diversi e hanno compiti differenti, ma talvolta s'incontrano e condividono del tempo." Giocò con le sue dita, intrecciandole. Poi le strinse a sé ed Amily avvertì di aver recuperato energia. "Senza il sole, la luna non esisterebbe ed entrambi sono fondamentali. L'uno dà il cambio all'altra e l'uno dipende dall'altra, non può farne a meno" soggiunse.
Sono qui per abbracciarti, accarezzarti. Sono qui per regalarti giornate migliori, strappandoti un sorriso anche quando vorresti piangere. Sono qui perché, chissà, magari neanche tu ce la faresti senza di me. Magari siamo fatti l'uno per l'altra. Ci completiamo. Sai, avevi ragione quando ci paragonavi al sole e alla luna: non possiamo esistere l'uno senza l'altra. Siamo come il bene e il male, il freddo e il caldo. Insieme brilliamo come la rugiada sulle foglie.
"Hai i colori del tramonto" proseguì Eveline, con un tono leggermente scherzoso. Lui le sorrise. "Allora poi sono destinato alla fine." Eveline si accigliò. "Il tramonto è la fine del giorno" le spiegò sornione. Lo strinse a sé e trattenne una smorfia. "Quella fine è il mio inizio."
Nemmeno per un secondo l'idea di farla finita l'aveva sfiorata, perché avvertiva che la vita è più forte di tutto. La vita non ci appartiene, ci attraversa. Bisogna andare avanti, senza guardarsi indietro, perché l'energia che ci pervade non possiamo controllarla, e anche disperati, menomati, ciechi continuiamo a nutrirci, a dormire, a nuotare contrastando il gorgo che ci tira giù.
Tom, non cercare in nessun modo di parlarmi anche tu, ascolta e basta. Domani ti accadrà qualcosa di terribile. Una cosa davvero, davvero tremenda. Soffrirai e sarai spaventato. Ma devi fidarti di me. Qualunque cosa accada, qualunque cosa tu veda, qualunque cosa tu senta, qualunque cosa tu pensi. Devi fidarti di me. Non potrò parlare con te. Devo andare. Non mi farò sentire per un po'. Fino a quando saremo di nuovo insieme.
Se si vuole continuare a vivere, bisogna affrontare il dolore. Conoscere i propri limiti e abbatterli. Imbattersi nelle onde con virilità e maestria, con prontezza e audacia. È necessario reagire.
- Il dolore ti angoscia, ti spiazza, ti fa agire d'istinto. Ma noi dobbiamo esserne il più immuni possibile. Dobbiamo reagire al dolore, prima che questo prenda il sopravvento e ci ammazzi tutti. Dobbiamo stare tranquilli e non farci prendere dal panico -. Si portò una mano sulla fronte. - Soffrire non è una cosa innaturale. Il dolore fa parte della vita ed è giusto provarlo, ma è altresì corretto combatterlo con tutte le nostre forze. È come un mare agitato che noi dobbiamo essere in grado di affrontare senza rimanere vittime delle sue onde. Se ci lasciamo intrappolare, restiamo prigionieri del dolore. La sofferenza è una prova della vita, la sofferenza insegna -. Serrò la mascella e alzò l'indice della mano destra. - "Pathei mathos" - recitò. Si passò la lingua sulle labbra e aggiunse: - Sta a noi affrontare il dolore a testa alta. Sta a noi reagire.
- Una madre che ama il proprio figlio, è una mamma. E non una madre. Una mamma è disposta a tutto pur di salvare il proprio bambino -. Guardò Marco di sottecchi. - Perché è lei che lo ha messo al mondo, è lei che lo ha cresciuto. In un certo senso, lo percepisce come una sua metà senza la quale è impossibile vivere.
Inutile dire che non amiamo più una persona, quando quello che abbiamo passato con essa sono immense emozioni travolgenti. Se quello abbiamo trascorso, nulla può nascere se non un'intensa passione.