Scritta da: Cuore Matto73
Puoi avere un bel viso, un bel corpo, capelli bellissimi e mani da fata, ma se non hai un cervello che funziona ed un cuore che sa amare rimarrai sempre e solo apparenza.
Composta domenica 28 aprile 2013
Puoi avere un bel viso, un bel corpo, capelli bellissimi e mani da fata, ma se non hai un cervello che funziona ed un cuore che sa amare rimarrai sempre e solo apparenza.
"Vuoi che me ne vada?"
"No! Pensavo che te ne saresti andata quando avessi saputo"
Il pensiero di tutte le volte in cui lui mi ha accennato al fatto che me ne sarei andata una volta che avessi conosciuto i suoi più oscuri segreti mi saetta nella mente... e ora li conosco.
Dovrei andarmene? Fisso quest'uomo folle che amo. Sì, amo.
Posso lasciarlo? L'ho fatto una volta, e il dolore ha quasi devastato me e lui. Io lo amo. Lo so, nonostante questa rivelazione.
"Non lasciarmi" mi sussurra.
"Oh. Devo gridarlo forte: no! Non me ne andrò!" Urlo ed è catartico. Ecco, l'ho detto. Non me ne andrò.
"Davvero?" Sgrana gli occhi.
"Cosa devo fare per farti capire che non scapperò? Cosa posso dire?"
Lui mi guarda, rivelandomi ancora la sua paura e la sua angoscia.
Deglutisce.
"Una cosa che puoi fare c'è."
"Cosa?" Chiedo.
"Sposami" sussurra [...]
"No, Mr Grey, non è un no ma non è neanche un sì. Me lo chiedi solo perché hai paura e non ti fidi di me"
"No, te lo chiedo perché ho finalmente trovato qualcuno con cui voglio passare il resto della mia vita"
Se solo potessi cancellare anche il suo dolore, lo farei. Farei qualsiasi cosa. E non desidero niente di più che baciare ogni sua singola cicatrice, baciare e cancellare quegli anni orrendi di abbandono. Ma so di non poterlo fare.
Ho nostalgia del passato, ma non tornerei indietro.
In ogni parte dell'universo c'è qualcosa di affascinante, pronta a cambiarti la vita. La difficoltà è scoprire dov'è nascosta.
I'm not good at future planning. I don't plan at all. I don't know what I'm doing tomorrow. I don't have a day planner and I don't have a diary. I completely live in the now, not in the past, not in the future.
Non sono bravo a programmare il futuro. Non lo programmo per niente. Non so cosa farò domani. Non ho un'agenda e non ho un diario. Vivo totalmente nel presente, non nel passato, non nel futuro.
Che schifo, l'amore.
È vero che certe volte è fantastico, ma certe altre è soltanto un altro modo per soffrire.
Tutte le volte che facciamo progetti per allontanarci dai disagi, puntualmente li rinforziamo. Pensare a una vita futura migliore di quella che stiamo vivendo, ci rende più incerti, fragili, impotenti. Si possono passare anni a compiangersi, a dirsi che il benessere verrà solo quando le cose cambieranno, quando le persone intorno a noi ci tratteranno meglio. Niente di più falso! Non è l'esterno a farci star male, ma il fatto che non ci affidiamo al nostro interno, che sa benissimo cosa fare per noi stessi e dove condurci.
Viviamo in un epoca dove gli incontri e le nuove conoscenze (grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione - vedi facebook) sono all'ordine del giorno. Paradossalmente, queste opportunità, è come se ci distraessero, facendo spostare sempre avanti l'attenzione, il traguardo. Spiego meglio: Conosciamo una persona, conosciamo un altra persona ecc. Inconsciamente siamo consapevoli che non è difficile conoscere altre persone. Ecco perché sempre inconsciamente, sapendo che è così facile, ad ogni nuova conoscenza, non diamo il meglio di noi, sia nel fare emergere le nostre qualità, sia nel coglierle nell'altro/a. Ecco... perché siamo perennemente insoddisfatti, guardiamo sempre al prossimo/a da conoscere, ignorando magari... l'essenza della persona che è davanti a noi, facendola passare... senza coglierla. Ecco perché paradossalmente se fosse difficile fare nuove conoscenze, quando capiterebbe di conoscere qualcuno, si avrebbero più stimoli e motivazioni a non fallire la rara opportunità, e quindi a far emergere le nostre qualità e a cogliere quelle dell'altro/a: In altre parole, penso che alla base della perdita di valori nei rapporti umani oggi freddi e superficiali, ci sia proprio questa "facilità" che alla fine snatura l'essenza dell'amicizia.
Fintantoché seguiamo lo sviluppo del caso a ritroso, a partire dal suo esito finale, la catena degli eventi ci appare continua e pensiamo di aver raggiunto una visione delle cose del tutto soddisfacente e fors'anche completa. Ma se percorriamo la via opposta, se partiamo dalle premesse a cui siamo risaliti mediante l'analisi, e cerchiamo di seguirle fino al risultato, l'impressione di una concatenazione necessaria e non altrimenti determinabile viene completamente meno. Ci accorgiamo immediatamente che l'esito avrebbe potuto essere diverso e che questo diverso esito avremmo potuto capirlo e spiegarlo ugualmente bene. La sintesi non è dunque altrettanto soddisfacente dell'analisi; in altre parole, la conoscenza delle premesse non ci permetterebbe di prevedere la natura del risultato.