Scritta da: Silvana Stremiz
Dove c'è amore non c'è bisogno del perdono, perché quando ami, ami e basta.
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Dove c'è amore non c'è bisogno del perdono, perché quando ami, ami e basta.
Ho imparato che le opportunità non vanno mai perse... quelle che lasci andare tu, le prende qualcun altro.
"Avrei potuto": non riusciremo mai a comprendere il significato di questa frase. Perché in ogni momento della nostra vita ci sono cose che sarebbero potute accadere, ma che alla fine non sono avvenute. Ci sono istanti magici che passano inosservati quando, all'improvviso, la mano del destino muta il nostro universo.Commenta
E da allora sono perché tu sei, e da allora sei, sono e siamo e per amore sarò, sarai, saremo.
Una volta che avrete imparato a Volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è là che siete stati ed è là che vorrete tornare.
È solo quando impari ad accettare che quel che è stato è stato che puoi usare la tua conoscenza del passato per ingannare il futuro.
Sono pericolose le emozioni quando non hai il coraggio di viverle, quando ti sembra di avere il dovere di fare sempre, e comunque, la cosa giusta. Le emozioni ti colgono sempre di sorpresa e devi lasciare che sia... regalare terreno all'irrazionalità...
Se non penserò all'amore non sarò niente.
Ti ho atteso come Penelope aspettava Ulisse, come Giulietta aspettava Romeo, come Beatrice aspettava Dante per riscattarlo. Il vuoto della steppa era affollato dai ricordi di Te, dei momenti passati insieme, dei luoghi nei quali siamo stati, delle nostre gioie e delle nostre discussioni. Ma quando guardavi indietro, verso le orme dei miei passi, non ti vedevo. Ho sofferto molto. Ho capito che avevo imboccato un cammino senza ritorno, e mi sono resa conto che, quando agiamo così, non possiamo fare altro che continuare per quella strada. Allora sono andata da un nomade che avevo conosciuto tempo prima, gli ho chiesto di insegnarmi a dimenticare la mia storia personale, ad aprirmi all'amore che è presente in ogni luogo. Con lui, ho cominciato ad apprendere la tradizione del Tengri. Un giorno, guardandomi intorno, ho visto quell'amore riflesso in un paio d'occhi: nello sguardo di un pittore di nome Dos.
Ero molto addolorata: non potevo credere che fosse possibile amare di nuovo. Lui non mi ha detto molte cose: mi ha solo aiutato a perfezionare il russo, e mi ha raccontato che nella steppa usano sempre la parola "azzurro" per designare il cielo, anche quando è grigio - perché sanno che al di sopra delle nuvole è sempre di quel colore. Mi ha preso per mano, e mi ha aiutato ad attraversare queste nuvole. Mi ha insegnato ad amare me stessa, prima che ad amarelui. Mi ha rivelato che il mio cuore doveva servire me e Dio, e non essere assoggettato alle necessità degli altri.
Mi ha detto che il mio passato mi avrebbe accompagnato per sempre: tuttavia, quanto più fossi riuscita a liberermi dei fatti e a concentrarmi solo sulle emozioni, tanto più avrei capito che nel presente esiste sempre uno spazio grande come la steppa, che dev'essere colmato con atro amore e altra gioia di vivere.
Infine mi ha spiegato che la sofferenza nasce quando ci aspettiamo che gli altri ci amino nel modo che immaginiamo, e non nella maniera in cui l'amore deve manifestarsi - libero, incontrollato, pronto a guidarci con la sua forza e a impedirci di fermarci.
All'ospedale l'amore mi aveva parlato: "Io sono tutto e niente. Sono come il vento: non riesco a entrare dove le porte e le finestre sono chiuse. "
Io avevo risposto all'amore: "Ma io sono aperto a te! "
Al che mi aveva detto: "Il vento è fatto d'aria. E anche se nella tua casa c'è aria, tutto è sprangato. I mobili si ricopriranno di polvere, l'umidità finirà per rovinare i quadri e macchiare le pareti. Tu continuerai a respirare, conoscerai una parte di me: ma io non sono una "parte", io sono il "tutto" - e questo non potrai mai conoscerlo.