Scritta da: Elisabetta Barbara De Sanctis
È la sensualità dell'anima che amo, quella che ti spoglia i pensieri e ti veste le parole.
Composta giovedì 1 maggio 2014
È la sensualità dell'anima che amo, quella che ti spoglia i pensieri e ti veste le parole.
Il loro non era mai un ritrovarsi perché, per quanto il destino congiurasse per tenerli lontani, loro conoscevano un solo modo di perdersi: l'uno fra le braccia dell'altro.
L'Amore non lo sfiora il cuore.
Entra sfondando le porte.
Ti travolge. Ti spaventa. Ti annienta.
Ti scortica la pelle mettendo a nudo ogni cicatrice.
E penetra. Penetra.
E devasta. Inesorabile.
Ti abbandoni.
E lo ascolti affondare nell'anima.
Pretende e ti prende.
Possiede.
Non fa sconti.
È sangue. È linfa.
È vita.
Era coraggiosa. Di quel coraggio che non teme di mostrarsi debole, che non teme di cadere in ginocchio perché tanto si rialza pure con i lividi. Quel coraggio di chi sa di dover bastare a se stessa, di doversi confortare e abbracciare quando ce n'è bisogno. Lo stesso coraggio di chi non sa difendere se stesso, ma morirebbe per difendere un altro essere umano che subisce un'ingiustizia. Il coraggio di chi ha perso tutto, ed è comunque sopravvissuto. Il coraggio di chi ha paura. Di non avere difese davanti alla dolcezza, alla tenerezza che può sgretolare ogni muro così faticosamente eretto. Paura di ricevere ciò di cui più ha bisogno.
A volte la cosa migliore che puoi fare è fermarti, restare immobile, ascoltare. Lasciare che il vento passi, che la pioggia cessi, che le ferite rimarginino. Prendere tempo. Respirare. Lasciar andare. Il corpo curerà le sue ferite diventando mappa dove la vita ha segnato le sue coordinate, memoria di ogni battaglia. L'anima riposerà, per un po', fino a trovare la forza di rialzarsi, una volta ancora.
Le donne: non ne troverai mai una uguale all'altra.
Però ci sono anche le Donne, ma questa è una categoria a sé. Quelle che se le incontri le riconosci a pelle perché sono diverse. Il mondo, la vita, le persone trovano sempre il modo di giocare con loro. Ma loro non sono bambole. Sono fatte di sangue, di emozioni, di luce. Tu puoi giocare con loro. Loro non giocheranno mai con te. Le puoi solo sfiorare, per un attimo o forse due. Le puoi trascinare nella polvere, ma loro si rialzano, sempre. Una cicatrice in più, una illusione in meno. Ma con i loro sogni sempre nel cuore. E a chi non le ha comprese il tempo porterà, forse, solo un sordo rimpianto perché questa vita è un gioco di specchi e riflette solo ciò che sei.
A pochi è riservato il piacere di amarmi. A tutti gli altri concedo solo il privilegio di odiarmi.
Le parole sono fatte di pieni e di vuoti, sono tracce su uno sfondo, vibrazioni fra i cui spazi si prende fiato.
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.
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Giorni di sguardi sfiorati, di parole sussurrate, di brividi rubati.
Notti di respiri densi, di voglie bagnate, di amplessi deliranti.
Creature della notte, Noi.