Frasi preferite da PiccolaFrana

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Quando venni la prima volta tra gli uomini commisi la stoltezza degli eremiti, la grande stoltezza: mi misi sul mercato.
E quando parlai a tutti, non parlai a nessuno. E la sera, i miei compagni erano funamboli e cadaveri; e io stesso ero quasi un cadavere.
Ma il mattino seguente mi portò una nuova verità: fu allora che imparai a dire: "Che mi importa del mercato e della plebe e il chiasso della plebe e le orecchie lunghe della plebe?"
E voi, uomini superiori, questo imparate da me: sul mercato nessuno crede agli uomini superiori. E, se proprio volete parlare lì, sia pure! Ma la plebe ammiccherà: "Noi siamo tutti uguali!"
"O uomini superiori, non ci sono uomini superiori, noi siamo tutti uguali, l'uomo è uomo; davanti a Dio, siamo tutti eguali!"
Davanti a Dio! - Solo che questo Dio è morto. Davanti alla plebe, invece, non vogliamo essere eguali. O uomini superiori, andate via dal mercato!
Davanti a Dio! - Solo che questo Dio è morto. O uomini superiori, questo Dio era il vostro più grande pericolo.
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    Scritta da: Nannins
    Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità. Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e... ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)... ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca... e anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa! La Vita è troppo bella per essere insignificante!
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      Scritta da: Andrew Ricooked
      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      mi sono reso conto che il dolore e la sofferenza emotiva servivano a ricordarmi che stavo vivendo in contrasto con i miei valori.
      Oggi so che questa si chiama autenticità.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      ho capito quanto fosse offensivo voler imporre a qualcun altro i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io.
      Oggi so che questo si chiama rispetto.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      ho smesso di desiderare una vita diversa
      e ho compreso che le sfide che stavo affrontando erano un invito a migliorarmi.
      Oggi so che questa si chiama maturità.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      ho capito che in ogni circostanza ero al posto giusto e al momento giusto e che tutto ciò che mi accadeva aveva un preciso significato.
      Da allora ho imparato ad essere sereno.
      Oggi so che questa si chiama fiducia in sé stessi.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      non ho più rinunciato al mio tempo libero
      e ho smesso di fantasticare troppo su grandiosi progetti futuri.
      Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e felicità, ciò che mi appassiona e mi rende allegro, e lo faccio a modo mio, rispettando i miei tempi.
      Oggi so che questa si chiama semplicità.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      mi sono liberato di tutto ciò che metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni e qualsiasi cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso.
      All'inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma
      oggi so che questo si chiama amor proprio.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      ho smesso di voler avere sempre ragione.
      E cosi facendo ho commesso meno errori.
      Oggi so che questa si chiama umiltà.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato o di preoccuparmi del futuro.
      Oggi ho imparato a vivere nel momento presente, l’unico istante che davvero conta.
      Oggi so che questo si chiama benessere.

      Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
      mi sono reso conto che il mio Pensiero può
      rendermi miserabile e malato.
      Ma quando ho imparato a farlo dialogare con il mio cuore, l’intelletto è diventato il mio migliore alleato.
      Oggi so che questa si chiama saggezza.

      Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e
      i problemi che abbiamo con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
      Oggi so che questa si chiama vita.
      Composta martedì 15 novembre 2011
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        Scritta da: Carlotta B.
        La libertà uno se la deve guadagnare e difendere. La felicità no, quella è un regalo, non dipende se uno fa bene il portiere e para i rigori. La felicità: come mai mi permettevo di nominarla senza conoscerla? Suonava svergognata in bocca a me, come quando uno si vanta di conoscere una celebrità e la chiama col suo nome, dice Marcello, per indicare Mastroianni.
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          È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.
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