Scritta da: Elisabetta
Oimè lo so, o sole mio.
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Oimè lo so, o sole mio.
Era d'uso sudare.
È là Roma, attici da Mafia. Hai fama di città amorale.
Lista della spesa
Ordina (e le mordi!)
le tre pere per te,
l'Idromele anidro.
Eri di Raniero, rediva l'anno dopo... danno!
Dalila, sola, fè corta la legna, e secca.
"Taci t..., arpia fottuta!" eruppe, e la turbò.
Rogo la logorò brutale.
Eppure, a tutto fai pratica...
T'accese Angela l'atroce falò, salì là.
Donna dopo donna, la videro reinaridire.
E mi disse: "pa', se sapessi di me".
Il profumo del sacro Crisma che riceverai possa sempre accompagnarti nel cammino della vita.
Non posso immaginare un Dio che premi e punisca gli oggetti della sua creazione, i cui fini siano modellati sui nostri - un Dio, in breve, che non è che un riflesso della fragilità umana. Né posso credere che un individuo sopravviva alla morte del suo corpo, sebbene gli animi deboli nutrano tali opinioni per paura o per ridicolo egoismo.
Mi fa arrabbiare come nient'altro l'insieme di dicerie che girano sul mio conto. Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l'uomo per il suo operato.
Sono convinto che alcune attività e pratiche, politiche e sociali, delle organizzazioni cattoliche sono dannose e pericolose per la comunità intesa nel suo insieme, qui e dovunque.