Scritta da: Gina Consilvio
in Frasi & Aforismi (Libri)
Tesoro, sai come si dice: bisogna baciare molti rospi prima di trovare il principe.
Composta domenica 9 dicembre 2012
dal libro "Cinquanta sfumature di grigio" di E. L. James
Tesoro, sai come si dice: bisogna baciare molti rospi prima di trovare il principe.
Mai dimenticare di amarsi profondamente... prima di amare qualcuno che non lo merita.
E si amavano, si amavano davvero tanto. Tanto che non riuscivano a dirselo.
Daniel Rose Crimson si rese pienamente conto di quanto importante e labile potesse essere una semplice vita. In quel momento, per lui, il mondo non esisteva più. Non c'era nulla al di fuori di quelle quattro pareti! Il suo intero universo si era piegato e ripiegato su se stesso fino a diventare una sola semplice stanza di ospedale, quella in cui si trovava, che galleggiava in un mare di nulla.
Del resto, e anche di ciò se ne rese conto soltanto in quel momento, era sempre stato così:
ogni luogo era l'unico luogo, se comprendeva Kayleen.
Passarono le settimane e passarono i mesi.
Ivan e Giada continuarono a vedersi, sempre allo stesso posto, sempre allo stesso orario, sempre con lo stesso intento.
"Ehi Ivan..." sospirava Giada, sdraiata sulla spiaggia a pochi passi dal bagnasciuga, la testa poggiata sulle gambe del ragazzo e le mani sul proprio ventre.
"Sì, Giada? Dimmi" rispondeva sempre lui, come se fosse la parte di un copione già scritto, e sorrideva mentre passava una mano tra i capelli cremisi di quell'angelo e fissava il cielo riflettersi nei suoi occhi, del solito colore così chiaramente indefinito.
"Raccontami una storia..."
e così scorreva il tempo, storie su storie, personaggi su personaggi, emozioni su emozioni, fino a quando il sole spariva in lontananza, purtroppo non sul mare bensì dietro le montagne, e veniva il turno della luna e di tutte le stelle, sue fedeli suddite, di specchiarsi negli occhi, spesso lucidi, di Giada Stella.
Le storie di Ivan, poi, sembravano davvero infinite. Ne aveva scritte decine e decine ancor prima di incontrare quella splendida ragazza, alla quale continuava a raccontarle, ma adesso che il suo cuore era in subbuglio, giorno e notte, l'ispirazione sembrava non dargli pace. E scriveva, senza fermarsi mai se non per raccontare, raccontare a colei di cui si era innamorato quelle storie di cui lei si era innamorata.
Storie d'amore, tantissime, storie tristi, storie forti, storie fantastiche, storie di vita vissuta. Storie.
E da ognuna scaturiva un'emozione diversa, tante emozioni diverse, tantissime emozioni uniche.
Una, due, tre, cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta, cento.
Centoundici emozioni.
"Ehi Ivan..."
"Sì, Giada? Dimmi"
"Raccontami una storia..."
e lui raccontava di squallidi scenari, di ricordi trasfigurati dalla realtà, di verità nascoste, di canzoni di sottofondo a momenti fantastici, di ragazzini e ragazzine, di uomini e donne, di nonni e nonne, di navi d'oro, di Dio, di gente che si è amata e odiata e tradita, di limiti, di bocche baciate in discoteca senza un vero senso, di anni d'attesa passati ad adorare la stessa inesistente persona, di disperazione, di sogni disillusi, di pianti e di carezze.
Di vita. Semplicemente.
"Ehi Ivan..."
"Sì, Giada? Dimmi"
"Raccontami una storia..."
"Ma certo..."
Credo di essermi innamorato di te.
Vorrei morire ogni giorno. Morire di te. Morire di overdose della tua dolcezza. Morire per sovraccarico di informazioni ricevute dai suoi sms. Morire per il freddo mentre resto a scriverti fino alle quattro di notte e morire di caldo quando leggo ciò che mi scrivi tu. Morire di felicità quando i miei occhi incrociano i tuoi. Semplicemente morire... nel calore del tuo respiro.
Credo di essermi innamorato di te.
Credo che nulla sia per sempre.
Continuo a guardare oggetti che prima avevano un motivo di esistere e uno strano alone d'amore intorno, e che ora invece ricambiano il mio sguardo e mi fissano con un misto di tristezza, pietà, compassione e intrinseco dispiacere represso per la loro stessa esistenza, ormai teoricamente inutile.
E lo stesso identico sguardo lo ricevo anche dallo specchio del mio bagno, ogni mattina.
Quando non ce la fai più fermati e respira, ma come fai a respirare se ti senti scoppiare dentro? Allora guarda il cielo e tutto ti sembrerà più chiaro.
È sempre così, o tutto o niente, è sempre così che và la vita, o è bianco o è nero, mai una sfumatura colorata!
C'è crisi anche per avere un posto fisso dentro le persone.