Se mai dovessi parlare di amore e di stelle, uccidetemi.
Composta martedì 21 maggio 2013
Se mai dovessi parlare di amore e di stelle, uccidetemi.
C'era tanta tristezza in tutto, anche quando le cose funzionavano.
L'anima non esiste, è tutta una fregatura. Gli eroi non esistono. I vincitori non esistono, è tutta una fregatura e una gran cagata. I santi non esistono, i geni non esistono son tutte fregature, tutte favole, è così che va avanti il giochetto. Ognuno cerca solo di tirare a campare e d'aver fortuna; se ci riesce. Il resto non sono che stronzate.
Allora, tu dici che le tue ossessioni sono dure a morire? È questo che sono gli uomini? Ossessioni? Non ti viene mai voglia di dare un taglio al gioco del dolore e della caccia e degli scacchi e delle corna? Non riesci a formulare un giudizio di valore? Non riesci a scegliere qualcuno? Qualcuno accanto a cui coricarti e guardare il soffitto e ascoltare musica, fumare sigarette, parlare, ridere e lasciarti andare? Non ti farebbe sentire bene il fatto di diventare qualcosa? Cazzo. Qualcuno dovrebbe esserci. Una persona per un'altra persona, anche se dovessi essere tu stessa. È su questo che sto lavorando: me stesso per me stesso, piano piano, e poi forse potrò aprire la porta a qualcun altro.
Ricordati dei vecchi cani che hanno combattuto bene: Hemingway, Cèline, Dostoevskij, Hamsun. Se pensi che non siano diventati matti nelle loro stanzette proprio come sta succedendo a te adesso senza donne senza cibo senza speranza allora non sei pronto. Bevi altra birra. C'è tempo. E se non ce n'è va bene lo stesso.
L'arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s'accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.
Penso che la gente, quella gente, l'umanità che per me è stata sempre difficile, quella gente alla fine stia vincendo. Penso che il problema grosso sia che per loro sia tutto quanto una replica. Nessuna freschezza. Non un minimo prodigio. Semplicemente, continuano a macinarmi. Se un giorno vedessi anche una sola persona che fa o dice qualcosa di insolito, mi aiuterebbe a tirare avanti. Invece sono stantii, grigi. Non c'è slancio. Occhi, orecchie, gambe, voci ma niente. Rinchiusi dentro se stessi, si prendono in giro, fingendo di essere vivi.
Le cose che diciamo quando siamo stati provocati, sono più sincere di quelle che diciamo quando siamo tranquilli.
A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
Le città sono invisibili, non perché non ci siano, ma perché nascondono sempre un qualcosa che ai nostri occhi sfugge sempre.