Siamo gente che ha sbalzi d'umore molti simili al tempo, tumultuosi come il vento, improvvisi come un lampo, diventiamo pioggia che non lascia scampo, temporali d'agosto pronti a fare un danno, ma ecco che arriva il sole e tutto torna calmo, solo una goccia distratta resta lì impermeabile a tutto, sarà il nostro ricordo.
E aspetto la notte per spogliarmi dei miei dubbi e delle mie certezze delle mie vittorie e delle mie sconfitte perché se la luce ci rende tutti diversi e speciali la notte ci ricorda che siamo tutti uguali, e resto nudo di fronte alla vita così non potrà giudicarmi per quello che sono stato oggi, ma saprà accogliermi per quello che sarò, domani, una persona che non avrà mai paura di ricominciare.
Chiedere conto della propria felicità agli altri è come comprare un'anguria dal fruttivendolo. Lui darà un colpetto a una, due colpetti a un'altra, e alla fine ti dirà: "ecco, questa è la migliore!", e te ne vai via contento, anche se ti verrebbe da chiedergli: "ma quindi le altre le butti via ora vero? O le vendi lo stesso?"
"Non è importante per cosa vivi... quello che conta veramente è che se fai il conto di ogni tua emozione questo sia una somma e non una sottrazione... ti hanno detto:" vivi e basta! "A tutte le ore, ma non ti hanno detto che c'è un errore:" vivi e non fartela mai bastare! "Cosa? La voglia che ha il tuo cuore di bruciare! E che sia un amore, una passione o un cane poco importa, io vivo e non ne ho mai abbastanza!"
Ho voglia sai di tutto, di correre e di urlare cadere e di volare di fermarmi e poi ascoltare, di piangere di non capire perdermi per poi tornare, sperare, tremare, e d'un tratto respirare per poi dire oggi ho voglia solo di lasciarmi andare, stare bene o stare male, vivere come se fossi l'ultimo raggio di sole.
Vivo sempre in mezo ai miei pensieri, alle mie paure, alle mie gioie, ai miei rimpianti, ai miei però, ai miei se assassini, ai miei amori clandestini e ai miei guai che se è vero che la felicità è una corsa ad ostacoli loro chissà come mai arrivano sempre per primi.
Vivo e a essere sincero qualche volta me ne pento. Già, mi prendo il diritto di non essere sempre duro, puro, perfetto e coerente con me stesso, di non essere un uomo da copertina, oppure quello che un genitore si aspetta che la figlia porti a casa. Certo di sicuro non sono un santo, ma se ne volete uno apritevi il calendario.
Vivo e magari lì sopra ci sarà pure un Dio che mi aspetta, ma per una volta potrebbe essere lui ad aprire la finestra. Io intanto me ne sto qui a godermi questa festa, perché io vivo e non ne ho mai abbastanza, sono come un tossico di emozioni in libera uscita alla ricerca perenne di una sostanza chiamata vita.