Dum differtur, vita transcurrit.
Mentre si rinvia, la vita passa.
Commenta
Dum differtur, vita transcurrit.
Mentre si rinvia, la vita passa.
Neve similis malis fias, quia multi sunt. Neve inimicus multis, quia dissimiles sunt.
Non devi farti simile ai malvagi perché sono molti, ne farti nemico ai molti perché sono diversi da te.
Non est quod timeas ne operam perdideris, si tibi didicisti.
Non è il caso che tu creda di aver perso tempo e fatica, se hai imparato per te stesso.
Così cadono le fronde intorno all'albero in autunno: esso non ne sa nulla, la pioggia lo bagna o lo colpisce il sole o il gelo, la vita gli si ritrae lentamente in uno spazio minimo e intimo. Esso non muore. Aspetta.
Siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot.
Di solito Alice si dava degli ottimi consigli, però poi li seguiva raramente.
Era la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa.
Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d'amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?
È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogiamo qualcosa (l'amore) dell'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.
Non sono un uccello; e non c'è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà, che ora esercito lasciandovi.