Scritta da: Francesca Borneto
Ma non vedrà certo negozi di aquiloni, né qui né da nessun'altra parte. Il tempo degli aquiloni è finito.
dal libro "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini
Ma non vedrà certo negozi di aquiloni, né qui né da nessun'altra parte. Il tempo degli aquiloni è finito.
Tornare a Kabul era come imbattersi in un vecchio amico e scoprire che la vita era stata impietosa con lui, privandolo di tutto.
Essere guardato e non soltanto visto, essere ascoltato e non soltanto udito.
Era solo un sorriso, niente di più. Una piccola cosa. Una fogliolina in un bosco che trema al battito d'ali di un uccello spaventato.
Amir agha, purtroppo l'Afghanistan della nostra infanzia è morto da tanto tempo. La gentilezza non abita più nel nostro paese ed è impossibile sfuggire alla morte. Kabul è in preda al terrore.
Ho appena trovato quella mia vecchia foto in cui all'incirca a due anni, seduta sul comò della stanza di mia madre, mi guardo allo specchio... che sia vero allora che per noi donne la vanità è una caratteristica genetica? O forse già allora, proprio come adesso, cercavo di comprendere e di definire più chiaramente i contorni della mia figura riflessa nello specchio? E forse senza successo...
Che gioia immensa è addormentarmi con te accanto guardare la tua bella schiena, accarezzare i tuoi fianchi, ascoltare il tuo respiro...
Che gioia immensa è svegliarmi la mattina con te accanto gli occhi ancora chiusi per il sonno, la tua mano che si allunga e mi sfiora, il tuo viso che si avvicina al mio e la tua bocca sulla mia...
E qualche volta nel mezzo della notte mi sveglio, mi sveglio e ti guardo dormire e mi prende all'improvviso la paura che tutto questo possa finire...
Immagini il silenzio se tutti dicessero solo quello che sanno?
Sembra quasi che se metti la musica (e i libri probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozioni) al primo posto non arriverai mai a chiarire la tua vita amorosa, e a considerarla un prodotto finito.
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Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati o al settimo cielo e questi stati d'animo sono difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida. Forse Al green è responsabile di molte più cose di quanto mi sia mai reso conto.
La banalità cerca di pervertire il vero peso delle parole; perché sente la minaccia dell'ordine che creano e del frutto più importante di quest'ordine: la ragione che ci fa temere l'abisso, ci rende coraggiosi di fronte alle avversità e diffidenti dinanzi al farabutto che cerca di dare gatta per lepre.