Io chiedo solo di non essere immerso nella banalità dell'umanità.
Composta lunedì 17 giugno 2013
Io chiedo solo di non essere immerso nella banalità dell'umanità.
Come cazzo è possibile che a un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l'opportunità di farlo?
La mia aspirazione massima nella vita era di evitare il maggior numero di persone possibile. Meno gente vedevo, meglio stavo.
Io ero prigioniero delle mie abitudini, dei miei pregiudizi. Non era male esser stupidi, se si trattava di un'ignoranza tutta propria.
Se mai dovessi parlare di amore e di stelle, uccidetemi.
È bello guardare in alto qualche volta, è bello avere degli eroi, è bello trovare qualcuno che porta un po del tuo peso.
Sono stanco di vedere facce femminili ritoccate dal botox, tette stra-bordanti dalle scollature in concorrenza, culi in mostra, tacchi e trucchi fetish e gesti hard da donnacce, ormai non più distinguibili da quelle del mestiere. Voglio vedere donne con la loro femminilità nei gesti morbidi e gentili, nei sorrisi aggraziati, nelle movenze seducenti, ma accennate, dalle parole dolci e decise allo stesso tempo, dai pensieri originali e nuovi. Vorrei vedere donne indipendenti, non succubi dell'uomo a cui immolano la propria dignità, femmine dai cuori di ghiaccio fuso, compagne e amiche dell'uomo, libere e sincere. Vere!
A fine anno non tiro somme, la matematica non è mai stata il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro.
I pesci piccoli se la pigliano sempre nel culo. Così è scritto nella storia.
La serenità, non s'invidia, si conquista con il coraggio di spogliarsi dalle abitudini nocive.