Scritta da: Rosaria Brancato
in Frasi & Aforismi (Successo)
Quando mi guardo indietro non vedo un passato, ma tutto il futuro che mi ha condotto in alto alla spalla dalla quale lo guardo.
Composta giovedì 22 maggio 2014
Quando mi guardo indietro non vedo un passato, ma tutto il futuro che mi ha condotto in alto alla spalla dalla quale lo guardo.
Se la chiamo risponde, se pronuncio il suo nome mi guarda come per dirmi "hai bisogno di me"? È la mia gatta, con quel muso fatto di mille colori, non è bella, per gli altri. Forse è per questo che in quel negozio, dentro la cesta dei meticci, era rimasta solo lei. È stata una fortuna che altri non l'hanno scelta. Ora è mia e non la cambierei nemmeno col più bello dei gatti.
"Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso."
Desideravo credergli. Ma stava descrivendo la mia vita senza di lui, non il contrario.
Quello che so è che cerchiamo la vita. Il nostro respiro non ci basta e vogliamo il respiro di un altro. Vogliamo respirare di più, vogliamo tutto il fiato di tutta la vita.
Mi sento come l'aereo, che è precipitato. Distrutta. Mi sento come il deserto, che è monotono. Noiosa. Mi sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata. Mi sento come l'elefante, che è stato mangiato dal serpente. Inghiottita. Mi sento come il bambino, che non viene preso sul serio dagli adulti. Incompresa. Mi sento come la pecora, che è stata disegnata nella scatola. Imprigionata. Mi sento come il pianeta, che è lontano. Piccola. Mi sento come il tramonto del sole, che è diventato abitudine. Senza valore. Mi sento come il baobab, che è un pericolo. Indesiderata. Mi sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente. Mi sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa. Mi sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato. Insoddisfatta. Mi sento come l'ubriacone, che beve per dimenticare. Dipendente. Mi sento come l'uomo che accende i lampioni, oppresso dalla consegna. Schiacciata. Mi sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che esiste. Ignara. Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi. E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono. Ma ho una paura dannata del morso del serpente.
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna carezza, nessun amplesso era capace di guarire la ferita. Cerotti. Uno sopra l'altro, una montagna, su un taglio che non era mai stato pulito e disinfettato.
Vorrei aiutare tutti. Nel mio piccolo confortare chi è triste e soffre. Perché comprendo e capisco chi come me ci è passato e ci sta passando. Per questo vorrei alleggerire gli animi umani donando speranza e positività. La vita è anche questo. È aiutare non disprezzare. È amare non odiare. Vorrei che le persone capissero, che se si è caduti si ha la possibilità di rialzarsi di nuovo. Vorrei che bontà, la speranza, la gentilezza divenissero sentimenti, stimoli, abitudini di vita che incatenasse e possedesse i cuori freddi di coloro che delusi non credono più.
Un giorno senza sorriso è un giorno perso.
Il ridicolo è un atteggiamento di sfida: dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire.
Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita.