Non sembrava offesa. Non se la prendeva mai, anche quando se la prendeva. Tornava subito sui suoi passi. Non aveva una grande considerazione di se stessa. Una di quelle persone con le quali è quasi impossibile litigare. Non entrano mai in collisione con le energie sballate degli altri, si scansano un attimo prima, oppure si lasciano incenerire senza smettere di sorridere.
Avevano anche fatto l'amore da lontano, più di una volta. Senza dirselo, si erano ritrovati a sudare, a piegarsi in mezzo a un parco, su un autobus. Il pensiero era così forte, erano braccia che aprivano le costole. Come se l'altro stesse cercando il tuo cuore dal lato opposto della città, attraverso muri di macchine e di cemento.
La lingua era la cosa che più gli era piaciuta. Piccola, rossa, mite e improvvisamente piena di nervi e di sangue come lei. Ore di baci. Nei parchi, contro i muri, come gli adolescenti quando cominciano a provare, a sondare un altro corpo dentro. Vermi caldi, incollati di torpore, che si lasciano cadere, scivolare. Lui s'infilava in quella bocca e ci cadeva, muoveva la lingua come una pala nella polenta. Te ne andavi, diventavi umido e pieno di fiamme. Crescevi insieme alla saliva. Non eri più il povero stronzo di una settimana prima. Perché lei ti voleva come una sanguisuga, come una pianta cerca il sole. Come tutte le cose stupide che si cercano nel mondo semplicemente per vivere. Si staccavano per poco e si guardavano, soddisfatti. Di niente. Di quel ruminare. Poi tornavano al lavoro. Come operai sudati. Perché di quello si trattava. Fondamenta di saliva per un amore.
Non si guarisce mai da ciò che ci manca, ci si adatta, ci si racconta altre verità. Si convive con sé stessi, con la nostalgia della vita, come i vecchi.
...Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile...
Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica di tutte le vostre costruzioni.
Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!