Scritta da: C. De Padua Visconti
I cassetti erano ingombrati di desideri, poi tu all'improvviso li hai svuotati tutti.
Composta sabato 30 marzo 2013
I cassetti erano ingombrati di desideri, poi tu all'improvviso li hai svuotati tutti.
Ho bisogno di abbracci, di baci, di sorrisi, ho bisogno d'amore.
Quando si ama veramente qualcuno, anche se è lontano, lo si sente vicino, perché l'amore è un inquilino che abita e vive nel nostro cuore.
Ti chiamano stronzo quando dici "no". Ti chiamano egoista quando dici "non posso". Ti chiamano stronzo quando preso dai problemi tuoi per una volta dimentichi di chiedere a qualcuno se ha risolto i suoi e se serve una mano. Io chiamo stronzi tutti quelli che pensano che esistono solo loro e gli altri non abbiano mai un cazzo da fare.
Sono talmente abituata agli addii delle persone che rimarrei scioccata se per una volta mi dicessero "io resto con te"
Continuare così è inutile, è stata bella finché è durata, ma questa non è più una storia. Questo è farsi male ed io non sono in grado di sopportarlo.
Meglio non credere a chi ritorna. Chi se ne è andato la prima volta lo fa perché ce l'ha inscritto nel dna, è uno stile di vita; se ne andrà la seconda, terza, quarta volta, a seconda di quante possibilità gli diamo e rischiamo così di consumare la nostra vita oscillando perennemente in un'altalena a provare vertigini!
Comincio a pensare che se non ritorni, è perché io non lo voglio. Ripenso a quando mi bastava addormentarmi la sera e pensarti intensamente, per ritrovare al mattino un tuo messaggio. A quando ti sognavo e la mattina, mezza addormentata, te lo dicevo. A quando prendevo il cellulare per scriverti anche semplicemente "come stai?" E anche se intimorita dalla paura della tua indifferenza, lo mandavo comunque. Sai, a volte mi manca. Mi manca quel tempo in cui pensavo qualcosa e la facevo, così d'istinto. Oggi invece vengo assalita da un mare di "se" di "ma", e la scelta più semplice e logica è non far nulla. Mi capita di pensare a volte di prendere il cellulare e farti uno squillo, o mandarti un messaggio; o almeno provarci; ma non prendo neanche il telefono in mano. Mi capita di sognarti e la mattina il mio primo pensiero è "rimuovere i sogni". Mi capita di pensarti e arrivo sempre alla stessa conclusione "ma chi ti pensa, vaffanculo". E in fondo, in fondo alla mia pseudo indifferenza credo si celi un velo di malinconia che non se ne andrà facilmente. Sarà la sensazione di risposta di quando dai tutto, e ricevi niente. Tristezza. Delusione. Addio. Non so.
Le persone fanno schifo, lo so. Anche quelle che dicevano che non ti avrebbero mai lasciato, "ci sarò sempre per te", addirittura lui. E magari settimane, mesi fa; ci speravi ancora in un suo ritorno. Forse gli serve del tempo, e poi me l'ha promesso che non se ne andava. E aspetti, aspetti, aspetti e aspetti; ma niente cambia. E poi arriva. Arriva la svolta. Finalmente capisci. Capisci che non tornerà, che ha una nuova vita e tu non ne fai parte. Capisci che le sue erano solo parole di consuetudine, parole di chi riesce a dire un "ti amo" e non avere il batticuore. Capisci, però, anche che, in un modo o l'altro devi andare avanti. E in fondo ci riesci anche. Ti passa. E magari ci sarà sempre nell'aria un suo particolare, una sua piccola sfumatura a ricordarti di lui. Sarà semplice: inspira a fondo, e poi butta tutto fuori.
Ci sono momenti in cui bisogna dire addio, ci sono momenti in cui bisogna solo andare via senza mai voltarsi.