Scritta da: H. Horobet
La nostra lingua. È vergogna per un italiano colto l'esprimere barbaramente pensieri e sentimenti che scrittori insigni di trenta generazioni espressero in forme italiane pure e ammirabili. È irragionevole il vantarsi d'amare il proprio paese quando si concorre a imbastardirne il linguaggio, considerandolo come un campo che a tutti sia lecito di calpestare e lordare. Per la ragione stessa che rispettiamo e custodiamo gelosamente la ricchezza infinita d'opere d'arte, che i nostri padri ci lasciarono, dobbiamo rispettare e custodire il patrimonio della lingua, che essi trasmisero e affidarono a noi come una tradizione gloriosa, e che da noi si ha da tramandare ai nostri figli, intatto e immacolato quanto lo consentano la legge del tempo e la forza delle cose. Per amor di patria, dunque, per sentimento di dignità nazionale e d'onestà cittadina, per nostro interesse individuale e per vantaggio di tutti, noi dobbiamo studiare la nostra lingua, quanto ci è possibile, in qualunque classe sociale ci abbia posto la fortuna, qualunque sia il nostro ufficio nella società e la natura dei nostri studi professionali, in qualunque parte d'Italia siam nati o destinati a vivere; dobbiamo studiarla perché sono una cosa patria e lingua, pensiero e parola, parola e vita.
Composta mercoledì 17 maggio 2017
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