Scritta da: Elise
Non è tutto oro quello che luccica.
Nemmeno se brilla tanto da togliere il fiato.
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Non è tutto oro quello che luccica.
Nemmeno se brilla tanto da togliere il fiato.
È avere un'anima fragile come il cristallo che non ti permette di vivere. È la consapevolezza della sofferenza che ti ha permesso di assaporare la gioia. Puoi ancore decidere, decidere di non cambiare. Il dolore ti ha modellata: prima eri un frutto acerbo, ora ha tutta la dolcezza che il tempo ti ha donato. Non è tutto da buttare: guardati indietro e salva ciò che ti è servito.
Sono patologicamente paranoica riguardo il mio stato di salute. In una parola: ipocondriaca.
Non ti stupiva sentirti inadatto al mondo ma ti stupiva che il mondo avesse prodotto un essere che lo viveva da estraneo.
Il rigore da solo è morte per paralisi, l'immaginazione da sola è pazzia.
Hai ragione tu quando dici che scelgo la comodità. Non che poi la sia veramente, con tutti gli spigoli che ci sono. È senza rischi però. Spigoli ma non burroni.
Rassegnazione fa rima con reazione.
Se aggressività e frustrazione sono direttamente proporzionali, io dovrei essere un serial killer.
Ogni fine presuppone un inizio. Di conseguenza, questo è solo vuoto.
Quell'attimo in cui il frastuono del mondo diventa quiete immobile, in cui la ragione è miraggio lontano. Quell'attimo che si chiama attesa, desiderio, sospiro, ricordo. Quell'attimo che sperimentano gli amanti, tutti, quando dischiudono le labbra e si abbandonano al muto poema dal titolo Bacio.