Vivendo costantemente proiettati in avanti, la vita, essa stessa la più pura contraddizione, si comprende soltanto volgendosi all'indietro. È impossibile comprendere appieno la vita nella sua temporalità, perché nessuno dei suoi attimi concede quella calma indispensabile per disporsi a guardare indietro.
Ecco perché preferisco non parlarne con gli altri. Non capirebbero, e io non sento il bisogno di spiegare, semplicemente perché il mio cuore sa quanto sia stato vero. Quando penso a te, non posso fare a meno di sorridere, perché sento che mi hai completato. Ti amo, non solo adesso, ma per sempre...
Tornai con la mente alle notti in cui ero di guardia e mi immaginavo di stare seduto vicino alla ragazza dei miei sogni, sentendomi in pace con il mondo. Ora capivo che cosa mi era mancato in tutti quegli anni.
"Vuoi sapere che cosa pensavo io?" Mi chiese. Attesi, dissetandomi della sua vista. "Che mi sarebbe piaciuto stare con te, in questi due giorni. È stato interessante conoscere meglio gli altri, e anche la cena di ieri sera è stata divertente, ma... era come se mi mancasse qualcosa. E quando ti ho visto prima sulla spiaggia, mentre mi venivi incontro, ho capito che eri tu che mi mancavi."
Sai, a volte, mentre ti scrivo, provo una strana sensazione, totalmente fisica, come se prima di poterti parlare fossi costretto a vedere le parole che mi abbandonano in una lunga fila per giungere fino a te, per consegnarsi nelle tue mani.
Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
Due esseri che si amano, soli, isolati dal resto del mondo... è molto bello! Ma di che cosa parlerebbero tutto il tempo? Per quanto spregevole sia il mondo, essi ne hanno bisogno per potersi parlare.