Scritta da: Lady R.
Non c'è egoismo così insopportabile quanto quello del cristiano riguardo alla sua anima.
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Non c'è egoismo così insopportabile quanto quello del cristiano riguardo alla sua anima.
Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c'è, un teologo è l'uomo che riesce a trovare quel gatto.
Era la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa.
E la cosa incredibile è che ho visto come fuggivi senza muoverti dal tuo posto, sfruttando quella momentanea distrazione per sparire.
Ma io ero ancora libero, cioè libero di sbagliare.
Ma dentro di me esisti in un modo che mi atterrisce.
Per un po' forse continuerò ad urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà.
Che sollievo. Il sollievo dell'armatura che scopre dentro di sé un cavaliere ancora vivo.
Non si può mai sapere che cosa si deve volere perché si vive una vita soltanto e non si può né confrontarla con le proprie vite precedenti, né correggerla nelle vite future.