Scritta da: Milly Galati
Impara a fare a meno di chi riesce a fare a meno di te, anche se fa male. Impara a non dipendere da nessuno.
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Impara a fare a meno di chi riesce a fare a meno di te, anche se fa male. Impara a non dipendere da nessuno.
Aspettare il domani sperando che arrivi qualcosa di meglio è solo una sciocca illusione che ci raccontiamo per non essere capaci di vivere il presente: il meglio non sempre deve ancora arrivare alle volte è già arrivato e non lo vediamo.
Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola! Ci sono sempre per me, quando mi chiamo non ho impegni, non mi infastidisco per la perdita di tempo, mi capisco, so perfettamente cosa voglio dire quando parlo confusamente tra i singhiozzi, mi scuso da me e non ci sono conseguenze, equivoci od offese quando do di matto. So compatirmi e tollerarmi quando sono odiosa fino all'inverosimile, ingestibile, villana e capricciosa. Ho preso l'abitudine di abbracciarmi da sola perché se dovessi aspettare che qualcuno lo faccia, morirei di freddo. Non ho a chi chiederli questi abbracci, ma dopo un po' non se ne sente neppure la mancanza, o l'esigenza, si ha solo la percezione di un retrogusto che sa di calore e completezza quando se ne ricevevano; probabilmente, se ci fosse qualcuno a donarmeli, li rifiuterei non riconoscendone l'intenzione.
Non riesco a lasciarmi scivolare le cose addosso. Mi piace fingere sia così, una di quelle che "non mi vuoi più nella tua vita? Perfetto, perché io non ti volevo nella mia" ma la verità è che non lo sono. La verità è che quando qualcuno mi abbandona, non riesco a fare a meno di interrogarmi sul perché l'abbia fatto, se magari avrei potuto fare qualcosa per impedirlo, se, se, se... Non ci riesco proprio a fregarmene, magari mi sembra sia così; ma poi arriva la sera e tutto mi piomba addosso come un enorme macigno sul cuore e posso solo ripetermi "devo andare avanti; e in un modo o l'altro ci vado. Brutta malattia, la fragilità.
Nessuno torna mai chi era prima, ed è inutile quindi rimpiangere il passato o rinnegarlo. Non si cambia nel senso che vorremmo esprimere con questo termine, ma ci si evolve semmai nel bene o nel male, ma mai si torna come si era in uno stato precedente. Tuttavia ritengo che ogni giorno sia un buon giorno per migliorare, attingendo alle cose, alle persone, nuove esperienze, nuove emozioni da assimilare e fare nostre, come un bagaglio, una valigia che riempiamo solo delle cose utili che ci servono per proseguire il nostro viaggio. La bussola allora diventa il mezzo indispensabile per ritrovare la strada qualora ci si senta persi. Basta seguire il proprio cuore, il proprio sogno e non è mai tardi per riprendere il cammino che si era abbandonato per troppa distrazione, o per aver frainteso cuore e ragione, sensi chimici e percezione. Vado così avanti, imparo ogni giorno qualcosa che provo a trasmettere a chi vuol ascoltare. La mia bussola non mi dice dove sto andando, mi indica solo che la direzione è giusta, ed io la seguo, con fiducia, come una foglia segue il suo vento.
Avevamo ancora tanto da dire. Tante frasi ripetute mille volte, tanti "aspetta" e "mi dispiace" forse troppo consumati. Tante parole che ci avrebbero ucciso o fatto rialzare. Ma nessuno dei due parlò. Ci fissammo negli occhi, senza dire una parola entrambi capimmo che per dire addio non servivano frasi, erano bastati i silenzi che nessuno aveva cercato di rompere, per tutto quel tempo. Nessuno voleva parlare perché quell'unica parola, quelle 5 lettere ci avrebbero distrutti. Feci un respiro profondo, lo guardai ancora più nel profondo, oltre i suoi occhi verdi. "Addio", e me ne andai.
E se ti diranno di dimenticare il passato, beh non farlo mai! Dimenticheresti parte della tua vita, ciò che sei, che sei stato e che continuerai ad essere per sempre, ma soprattutto di tutti gli errori ed esperienze che contribuiranno a non farti più sbagliare nel futuro!
Io: Perché, c'è qualcosa che vuoi dirmi?
Lei: Si, io... Cioè no, io... è solo che... non è così semplice...
Io: Non capisco. Da quand'è che io sono quello che riesce a parlare e tu quella a cui mancano le parole?
Lei: No, hai ragione, e mi dispiace...
Io: Sai quello che provo... Quindi la prossima mossa è tua. Prendi una decisione o lasci... ami in pace.
Se non ho la poesia cosa mi rimane?
Sento che vivo in lei ma forse lei non vive in me.
Tutto il mondo è poesia...
Ma una poesia che stride e soffoca...
Non voglio scrivere come si cade, voglio scrivere come ci si alza...
Non sento la dolce melodia.
Vivo di te...
Ma tu urli parole che non comprendo più...
Ti voglio sentire...
Urlo!
Si rischia di crollare nel pozzo del nulla, quando vicino al tutto ci leghi qualcosa che non ha senso. Vedo che controlli ciò che dico con la biro in mano. Sento che qualcosa dentro è cambiato, in meglio? Chi lo sa. Ti sento... eterno mio dilemma che sorgi da me e oltrepassi l'universo. Nutriti dei miei pensieri perché saranno l'unica e ultima cosa che ti concedo.