Scritta da: Ludo Criacci
Ci sono persone che nel corso della loro vita costruiscono impalcature per tendere verso l'alto, dimenticando che è il cemento a fare le case.
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Ci sono persone che nel corso della loro vita costruiscono impalcature per tendere verso l'alto, dimenticando che è il cemento a fare le case.
Tu sei la mia fonte d'ispirazione, credimi è vero! Mi s'inceppa la produzione delle idee senza di te, non riesco ad emozionarmi, a vedere oltre le nuvole. Prima quando parlavamo di più, non c'erano nuvole nel mio cielo. Ora invece, c'è tanta pioggia e desolazione. Ti prego, sii il mio arcobaleno.
La partita era tutta da giocare, ancora: aspettavo l'occasione propizia per coglierla di sorpresa e sferrare il colpo vincente. Quasi per telepatia, come se da lontano stesse leggendo i miei pensieri, alzò lo sguardo verso la mia finestra, colsi l'attimo fuggente per inviarle un bacio soffiato sulla punta delle dita. Lei sorrise, restituendomi l'idea che tali tenerezze le gradiva e che non fosse del tutto indifferente. Poteva sembrare un inizio d'amore, il nostro, con prognosi riservatissima.
Dicono che la felicità consista nel vedere quel che si ha, non quel che ci manca. Sarà pure come dicono, eppure ci sono persone che quando ci mancano, instillano nei nostri occhi il collirio dell'infelicità.
È proprio il caso di dire che non c'è limite alla stravaganza di certi comportamenti. Ognuno ha il suo carattere distintivo, ed è proprio questa diversità che ci rende unici. A volte però si esagera. Ho conosciuto persone molto diverse tra loro, la prima indossa i suoi occhiali da sole dalla mattina alla sera e con qualunque tempo. Di primo mattino esce di casa con gli occhiali da sole, il pomeriggio la ritrovi al bar con gli occhiali da sole, di sera in giro per la città con gli occhiali da sole. Una volta persino al cinema, ma questa volta sola con gli occhiali e sempre gli stessi. La seconda persona invece, per non sentire freddo ai piedi, usa riscaldare le sue pantofole nel fornetto a microonde. Mi chiedo se non sia questo il segreto della sua ottima lasagna. L'ho scoperto dopo però.
Proprio nei momenti di difficoltà ritroviamo il meglio di noi stessi, la nostra vera autenticità. Quando confidiamo le nostre preoccupazioni oppure gli altri le confidano a noi, prevale quel genuino e naturale senso di mutuo soccorso, quell'istinto olfattivo e animalesco che ci fa riconoscere come appartenenti tutti allo stesso branco.
Chissà quante volte avrà pregato, chissà quante smorfie di dolore avranno rigato e disegnato il suo viso fino a farla sentire un angolo morto nello specchietto retrovisore della società, pensavo. La solitudine non è soltanto dei numeri primi, come titola un libro, ma soprattutto di chi non riesce ad affermare i suoi propositi per limiti o contrarietà.
Le false emozioni ci uccidono dentro e ci aprono il cuore come una scatoletta di tonno in cui non v'è traccia d'olio.
Vedo gente che si raduna davanti ai negozi per fare acquisti, ma i più desistono. Tantissimi saldi, pochissimi soldi, questo è il messaggio che mi proviene dagli occhi smarriti della gente. Noto sguardi disorientati, quasi il segno di un mondo che, se per alcuni prosegue indifferente il suo cammino, per altri invece ogni cosa perde valore. È il sintomo evidente di una crisi importante, ma anche di una disparità sociale ed economica molto accentuata dove spesso è l'uomo comune ad uscirne nobilitato, ad adottare le strategie più rassicuranti per tracciare i profili umani delle differenze in campo. Si consola pensando all'idea di una buona cena con gli amici o in famiglia, di un buon film al cinema, a quei precetti nostrani che odorano di tradizione come il ragù di carne la domenica.
Viviamo in tempi scollacciati rispetto a quelli più morigerati di
una volta. La bellezza è diventata il grimaldello per forzare e
rubare l'attenzione degli altri, attirandola su se stessi. E noi tutti lì
a fare il palo, colpevolmente complici di questo degrado. Basti
guardare alcuni programmi televisivi, artificiosamente creati per
ottenere lo scopo e veicolarne il messaggio.
Mentre loro, i protagonisti dello scempio, si dividono a suon di
soldini il prodotto delle loro imprese, noi invece moltiplichiamo il
prodotto della nostra stupidità. Se sei asino ma bello, puoi avere
fortuna. Se hai belle tette e chiappe, hai già prenotato un ascensore per il paradiso. Se hai palle sotto, tali da far sentire il peso della loro maestà, nessuno oserà dire che sei
un "sottotenente", ti promuoveranno colonnello con incarichi speciali. E quand'anche tu fossi scemo, leggero, inaffidabile, falso ma bello, non devi assolutamente disperare; potrai sempre ottenere uno scranno in Parlamento.
Purché a parlare siano gli altri... quelli brutti, ma con cultura.