Scritta da: Ludovica Marinucci
Veni vidi vici.
Sono venuto, ho visto, ho vinto.
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Veni vidi vici.
Sono venuto, ho visto, ho vinto.
Tu quoque, Brute, fili mi?
Anche tu, Bruto, figlio mio?
Trahit sua quemque voluptas.
Ognuno è attratto da ciò che gli piace.
Risus abundat in ore stultorum.
Il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi.
In medio stat virtus.
La virtù sta nel mezzo
Vox clamantis in deserto.
Voce di uno che grida nel deserto.
Il poeta è un imitatore, come il pittore o qualunque altro artista che produca delle immagini. Perciò egli deve necessariamente seguire una delle tre maniere di imitare: deve rappresentare le cose o come furono o sono realmente, o come si dice e si crede che siano, o come dovrebbero essere.
A volte deve pur succedere che nell'esistenza di uno scrittore fortunato, ci sia qualcuno, un poco in disparte, che non lascia passare la frase inesatta che per stanchezza vorremmo lasciare; qualcuno capace di rileggere con noi fino a venti volte una pagina incerta; qualcuno che ci sostiene, ci approva, alle volte ci contraddice; che partecipa con lo stesso fervore alle gioie dell'arte ed a quelle della vita, ai lavori dell'una e dell'altra, mai noiosi e mai facili. E non è nè la nostra ombra nè il nostro complemento, ma se stesso; e ci lascia una libertà divina, ma, al tempo stesso, ci costringe ad essere pienamente ciò che siamo. Hospes comesque.
Quello che sorprende gli altri non è tanto quello che facciamo, ma il vedere che ci sentiamo felici di farlo e sorridiamo facendolo.
Nulla è piccolo di ciò che è fatto per amore.