La stella è pianto rosa al cuore delle tue orecchie, l'infinito è rotolato bianco dalla tua nuca ai reni il mare ha imperlato di rosso le tue vermiglie mammelle e l'Uomo ha sanguinato nero al tuo sovrano fianco.
È l'ambizione che divora i giovani, che non gli fa fare l'amore in pace con le loro ragazze, che li fa rodere nell'indefinito tarlo della gloria, che li fa girare nel sonno sempre distratti, e alla ricerca di un appunto, che lu fa accanire senza apprendere un mestiere, che alla fine è la sostanza di tutto. È perché anche questo non basta. I giovani vogliono farsela con quello che non si riesce a toccare. Con le distanze che non si possono colmare, vogliono immolare la loro vita a quest'Incommensurabile. E quando anche arrivano a qualche risultato, non ce la fanno a godersela. Li frega l'affanno. Si poteva fare di più, e meglio, o semplicemente si poteva fare ancora. L'insoddisfazione li fa andare avanti e gli mette una mina dentro. Bisogna farsela invece la soddisfazione. Occorre non rimanere soli, non allenare con le proprie mani elevate e mondate dei mezzi uomini, degli storpi, degli incapaci di amare, divorati dalla bellezza e dal temp perduto.
Le persone che hai amato inizieranno a essere un'eco nella cornetta del telefono portatile. Non incontrerai mai veramente, perché avrai perso il desiderio, non ne avrai a sufficienza per costringerti a percorrere una strada, a dedicare il tempo. A decidere e basta. Non si riuscirà a darlo quel tempo, a nessuno, nemmeno per percorrere un pezzo di strada, saranno sempre e soltanto frammenti. Piccoli specchi su cui rimbalzare. L'amore, il contatto, il cammino, sarà solo amore rubato, vorace, rapacemente.
Ghetto della droga e, per vivere di droga, il ghetto del rubare, del prostituirsi, dello spaccio. Una via verso la galera e poi, molto presto, verso la morte, quando ancora non sai cosa sia la vita.