Scritta da: Luis Lopez
È così breve la sbronza, e così lungo l'hangover.
Composta sabato 23 novembre 2013
È così breve la sbronza, e così lungo l'hangover.
Se potessi fotografare la mia mente in questo istante sarebbe come quella mattina sublime a Parigi prima di tornare a casa, l'esatto momento in cui capii finalmente che avevo imparato a bastarmi.
L'uomo trae piacere nel autodistruggersi. Io sono particolarmente bravo.
Pazzesco come due giornate bellissime di sole spazzino via dalla mia mente quasi due mesi di nuvoloni grigi e sbatti di marmo.
Mi pare di capire che persino l'amore sia diventato una moda.
Come potrei credere inferiore una donna se è stata una donna a darmi la vita.
Se arriva bene, se non arriva me ne fotto.
Io di donne toste ne ho trovate cosi poche che le conto sulle dita di una mano.
Farsi del male perché ci si vuole bene.
Il gusto della sua essenza nella mia bocca. Le sue dolci labbra tra i miei denti. La sua pelle morbida e calda. La ciliegia del suo seno sulla mia lingua. Il ventre così piatto e l'interno coscia impregnato dal desiderio dei miei impulsi. La sua schiena così curva e delicata che mi regala un biglietto di solo andata verso il capolavoro del suo sedere. I suoi lamenti strabordanti di piacere. Le sue unghie sulla mia schiena. Perdermi e ritrovarmi nei suoi occhi. I nostri due cuori uniti in un unico battito. I nostri due corpi che si fondono formandone uno solo. La carne, la mente, le sensazioni, il sorriso, le parole, le promesse, il dolore.
No. Non stavo parlando di sesso.