Scritta da: Samyy
in Frasi & Aforismi (Vita)
Abbiamo vent'anni... non possiamo continuare a immaginarci cose e accontentarci di tutt'altro solo perché ce l'abbiamo già davanti...
dal libro "Due di due" di Andrea De Carlo
Abbiamo vent'anni... non possiamo continuare a immaginarci cose e accontentarci di tutt'altro solo perché ce l'abbiamo già davanti...
Ho molto da dire, ma lo lascio a te. Lo lascio a quelli che meglio di me hanno la capacità di elaborare il proprio scontento, i fatti per sostanziarlo e la pazienza di dibattere dell'impossibile deprogrammazione dei proprietari delle piantagioni, dei loro operai e dei loro schiavi. Gli schiavi nati nel proprio mondo, che non si domandano nulla, inconsapevoli dell'approvazione, da parte della propria generazione, di un atteggiamento alla "è così che va il mondo", derubati di una cultura della penna, nati in una penna che perde l'inchiostro, ma che si ricarica con la razzia dei beni effimeri e la preghiera per il superfluo attraverso la fede dettata dai signori feudali. "Prendere o lasciare", "mangia questa minestra o salta dalla finestra", "ti ho messo al mondo e dal mondo posso toglierti", "sarò io a giudicare". Nessun istinto di fuga, solo un gran trascinarsi gli uni sugli altri dentro una sovrappopolata cisterna, stesi nell'attesa di mangiare più di quel che occorre, e desiderosi di averne di più perché non si sa mai se risuccederà. Procreare, mangiare, aspettare, lamentarsi, pregare.
Un incendio lascia sempre delle ceneri.
Non abbiamo più un progetto comune e non c'è più niente di unico tra noi. È rimasto intatto solo il forte sentimento che ci lega e unisce contro ogni logica e ragione, ma da solo non basta, il mio compito era quello di renderti felice e l'ho fatto, finché ho potuto, e adesso non posso più perché ciò che rende felice te, getta nello sconforto me e ti rende estraneo al mio cuore, ai miei occhi. E adesso ti lascio andare...
A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.
E che importa che sia un amore futuro? Io ne ho la certezza e quindi per me è un amore presente e lo sento palpitare dentro, ora, forte da darmi forza.Commenta
Credo che essere adulti sia una cosa difficilissima. È molto peggio degli esami all'università, perché non esiste una preparazione. Nessuno ti dice che un giorno, verso i vent'anni, tutti si aspetteranno che tu sia diversa. Che sia adulta. Con responsabilità come bollette e ipoteche e decisioni da prendere. C'è solo una cosa più difficile dell'essere adulta: essere un'adulta single.
Lo so che non dovrei dirlo. Ho letto un numero sufficiente di riviste femminili ipocrite per capire che, in quanto donna degli anni novanta, dovrei essere per definizione perfettamente a mio agio con me stessa, del tutto indipendente; autonoma in ogni sfera della vita, compresi i lavori di falegnameria; soddisfatta della mia carriera e mai a corto di soldi; in grado di affrontare qualsiasi critica; sempre contenta di migliorare la mia crescita spirituale.
Sono tutte stronzate. Negli ultimi sei mesi mi sono sentita come il bambino grasso che nessuno vuole nel gruppo. Oppure, se entravo nel gruppo, gli uomini che incontravo mi facevano venir voglia di correre, il più velocemente possibile, nella direzione opposta. Non dovrebbe essere importante, ma lo è. Perché dall'età di due anni, chiunque sa che giocare da soli è stupido. Non funziona. È noioso.
Esistono. I lieto fine capitano. Certo, basta non aspettare i titoli di coda o i sequel. Basta non curiosare nei retroscena. Basta crederci.
Ma siccome, si sa, dare consigli a una donna innamorata è come cercare di convincere un cipresso a far ciliegie, si può senz'altro affermare che le loro stupefacenti doti intuitive fossero inutili.
La maniera di dare val di più di ciò che si dà.