Scritta da: Marguerite
Si pensa sempre a ciò che s'è lasciato; l'abitudine rende l'uomo beato.
dal libro "Faust" di Johann Wolfgang von Goethe
Si pensa sempre a ciò che s'è lasciato; l'abitudine rende l'uomo beato.
Ella è davvero bella! Povero specchio, deve essere un tormento, fortuna che non sei geloso,. Il suo viso è d'un ovale perfetto, ed ella tiene il capo leggermente reclinato così che, limpida e superba, la sua fronte pare innalzarsi senza che il pensiero la solchi d'una minima ruga. I suoi neri capelli si raccolgono, sottili e morbidi, sulla fronte. Il suo volto è come un frutto, ogni tratto dolcemente pronunciato; la sua pelle, lo sento con gli occhi, è diafana, come velluto toccarla. I suoi occhi: oh! Ancora non li ho veduti, ché sono nascosti dalla frangia di seta si quelle ciglia adunche come uncini pericolosi per chi vuole penetrare il suo sguardo. La sua testa è una testa di Madonna, purezza e innocenza l'improntano. Ella si china come una Madonna, ma non si perde nella contemplazione dell'unico, il che dona una variazione all'espressione del suo volto. Ciò che ella contempla è il Molteplice, il Molteplice sul quale il lustro e lo splendore terreni gettano un loro riflesso. Si leva un guanto per mostrare allo specchio e a me una mano destra bianca e perfetta come marmo antico, senza alcun ornamento e neppure il liscio anello d'oro al terzo dito - brava! Ella solleva gli occhi: come tutto in lei si trasfigura, pur rimanendo invariato! La fronte è un po' meno alta, il volto un po' meno regolarmente ovale ma più vivo.
L'arte deve proclamare imponenza e bellezza e quindi rappresentare purezza e benessere.
Niente ci informa meglio su noi stessi che vedere di nuovo davanti a noi cose prodotte da noi anni prima, per cui abbiamo la possibilità di osservarci come si osserva un oggetto.
Nel mondo non è importante conoscere gli uomini, importa essere più intelligenti di chi si ha davanti sul momento. Lo si constata alle fiere annuali, lo dimostrano tutti coloro che vendono la loro merce gridando a squarciagola.
Ho sempre amato correre: è un qualcosa che puoi fare contando soltanto su te stesso, sulla forza dei tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.
Scrivo la mia vita per ridere di me e ci riesco. Scrivo tredici ore al giorno, e mi passano come tredici minuti. Qual piacere ricordare i piaceri! Ma qual pena richiamarli a mente. Mi diverto perché non invento nulla. Ciò che affligge è l'obbligo che ho, a questo punto, di mascherare i nomi, dal momento che non posso divulgare gli affari degli altri.
La Bellezza è Virtù ma l'Ignoranza è schiavitù.
Felici quelli che senza nuocere a nessuno sanno procacciarsi il piacere, e insensati gli altri che si immaginano che l'Essere Supremo possa rallegrarsi dei dolori e delle pene e delle astinenze ch'essi gli offrono in sacrificio.
Lo stupido è uno sciocco che non parla, e in questo è più sopportabile dello sciocco che parla.